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25 marzo 2020

Approvati i risultati dell'esercizio 2019

Volumi di vendita in crescita, soprattutto in Stati Uniti ed Europa Orientale. Buon livello di attività anche in Italia ed Europa Centrale, sostenuto dalle variazioni di perimetro

Margine operativo lordo ricorrente in miglioramento del 24% a 704 milioni (+136 milioni sul 2018). Risultato operativo di 468 milioni (+116 milioni rispetto al 2018), grazie alla variazione favorevole di volumi, prezzi e tassi di cambio. Crescita dei costi mitigata dall’incremento della leva operativa

Indebitamento netto a 568 milioni (-323 milioni), dopo investimenti per 339 milioni, di cui 125 milioni per progetti di sviluppo strategico in Italia ed all’estero

Dividendo proposto: 15 centesimi per azione ordinaria e 17,4 centesimi per azione di risparmio (12,5 centesimi per azione ordinaria e 14,9 per azione di risparmio nel 2018)

 

Dati consolidati   2019 2018 %19/18
Vendite di leganti t/000 29.122 27.910 +4,3
Vendite di calcestruzzo m3/000 12.120 12.093 +0,2
Fatturato €m 3.221,4 2.873,5 +12,1
Margine Operativo Lordo €m 728,1 577,2 +26,1
Margine Operativo Lordo ricorrente €m 704,4 568,5 +23,9
Utile netto €m 385,9 382,8 +0,8
Utile degli azionisti €m 385,7 382,1 +0,9
    Dic 19 Dic 18 Var.
Indebitamento netto €m  567,8 890,5 (322,7)

        

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei bilanci civilistico e consolidato dell’esercizio 2019.

Nell’esercizio appena concluso, il gruppo ha venduto 29,1 milioni di tonnellate di cemento (+4,3% rispetto al 2018) e 12,1 milioni di metri cubi di calcestruzzo preconfezionato (+0,2%). 

In Italia, l’attività economica, anche a seguito del rallentamenti della crescita a livello europeo ed internazionale, sta sostanzialmente ristagnando dai primi mesi del 2018. Lo sviluppo del prodotto, in lieve crescita nel corso del terzo trimestre per il sostegno della domanda interna e della spesa delle famiglie, ha dato indicazioni di flessione nell’ultimo trimestre, continuando a risentire della debolezza del settore manifatturiero e della contrazione degli investimenti. L’attività industriale rimane stazionaria e gli indicatori di fiducia delle imprese si sono indeboliti. La debolezza del commercio internazionale ha frenato le esportazioni di beni e servizi, anche se nei mesi estivi l’export di beni all’interno della UE si è stabilizzato e quello verso i Paesi extra UE è risultato in marginale aumento. Nel settore delle costruzioni, la crescita è stata modesta mentre gli investimenti sono risultati in aumento, sostenuti dall’andamento positivo del comparto residenziale e non residenziale privato e da un primo e visibile segnale di ripresa nelle opere pubbliche.
Per quanto riguarda le nazioni dell’Europa Centrale, l’attività economica è stata sostenuta dalla domanda interna e dai consumi, in solido rafforzamento grazie al buon andamento dell’occupazione, ma la debolezza del commercio internazionale ha avuto pesanti ripercussioni sulle esportazioni, che tradizionalmente rappresentano il volano di crescita del settore industriale. In particolare in Germania, dopo l’arretramento registrato nel secondo trimestre, il prodotto interno lordo nel terzo trimestre ha registrato una lieve crescita, grazie allo stimolo dell’accelerazione della spesa pubblica e dei consumi privati, prefigurando una stabilizzazione del ciclo economico, ma la fase espansiva, nel complesso dell’anno, ha confermato un chiaro declino. Il settore delle costruzioni, nonostante la visibile contrazione della produzione industriale, ha confermato la dinamica positiva, sostenuta prevalentemente dal comparto residenziale.
Esaminando i mercati dell’Europa Orientale, in Russia, dopo un primo semestre in visibile rallentamento per l’indebolimento della domanda internazionale di idrocarburi e metalli e per la più lenta ripresa della domanda interna, condizionata dall’aumento delle imposte sui consumi che ha permesso solo una lieve crescita dei redditi disponibili, nella seconda parte dell’anno l’attività economica ha recuperato, grazie anche ad iniziative pubbliche di stimolo volte ad incrementare gli investimenti in infrastrutture, salute ed educazione. Gli investimenti in costruzioni si sono confermati in lieve miglioramento. In Polonia, il ciclo economico ha confermato la sua solidità. La domanda interna, sostenuta dalla dinamica salariale, dall’occupazione crescente, dal positivo clima di fiducia, e dalla rafforzata spesa pubblica, ha permesso il prolungamento del ciclo congiunturale favorevole mantenendo un ritmo di crescita superiore al 4%. Il livello degli investimenti in costruzioni, seppure in rallentamento, si è confermato rilevante e tra i più performanti a livello europeo. In Repubblica Ceca, il ciclo economico ha confermato la lunga fase espansiva, nonostante un tasso di crescita meno sostenuto rispetto all’anno precedente, influenzato dal calo della domanda internazionale e dall’arretramento degli investimenti nel settore dell’industria manifatturiera, automotive in particolare. Gli investimenti in costruzioni hanno confermato uno sviluppo positivo, seppure in rallentamento. In Ucraina il ritmo della ripresa si mantiene modesto, non adeguato rispetto alle necessità del Paese, e assai condizionato dall’avanzamento delle riforme strutturali. Le iniziative del nuovo governo e l’attivo supporto della comunità internazionale, rivolti a proseguire il percorso per rendere il contesto economico del Paese più efficiente e dinamico, hanno determinato significativi miglioramenti e garantito maggiore stabilità allo sviluppo. L’evoluzione della domanda interna è stata favorita dalla ripresa nel settore dei servizi, delle costruzioni e dell’agricoltura.
In Stati Uniti d’America, il ciclo espansivo è proseguito anche nel corso del 2019, seppure a un ritmo meno deciso rispetto agli anni precedenti. La stabilità del mercato del lavoro e dei consumi, unitamente a condizioni finanziarie favorevoli, hanno sostenuto la crescita, nonostante si siano registrati alcuni segnali di contrazione nella dinamica degli investimenti, principalmente attribuibili all’intensificarsi delle tensioni commerciali con la Cina, maggiori incertezze nel settore manifatturiero e per il venir meno degli effetti di stimolo della riforma fiscale del 2018. Gli investimenti in costruzioni sono risultati in lieve diminuzione: la crescita del settore pubblico (infrastrutture) non è stata sufficiente a compensare il rallentamento dell’edilizia commerciale e la debolezza del residenziale. 

Il fatturato consolidato è aumentato del 12,1%, da 2.873,5 a 3.221,4 milioni di euro; le variazioni di perimetro hanno avuto un effetto positivo di 20,5 milioni, mentre l’effetto cambio ha influito positivamente per 81,2 milioni; a parità di condizioni il fatturato sarebbe cresciuto del 8,6%. 

Il margine operativo lordo si è attestato a 728,1 milioni, +26,1% rispetto a 577,2 milioni dell’anno precedente. L’effetto cambio è stato positivo per 24 milioni. Il dato dell’esercizio in esame comprende benefici non ricorrenti netti per 23,7 milioni, di cui 27,7 milioni con segno positivo, conseguenti alla prima applicazione del principio IFRS 16, e 4,0 milioni con segno negativo, per oneri di ristrutturazione. Nel 2018 erano stati realizzati ricavi netti non ricorrenti per 8,7 milioni. 
Escludendo le componenti non ricorrenti, il margine operativo lordo è passato da 568,5 a 704,4 milioni (+23,9%), con un incidenza sul fatturato del 21,9% (19,8% nel 2018).
Nel complesso, i progressi ottenuti in tutti i mercati di presenza, in particolare in Stati Uniti d’America, favoriti anche dall’effetto cambio positivo, e in Italia, hanno contribuito al rafforzamento dei risultati operativi.

Gli ammortamenti e le svalutazioni sono ammontati a 259,9 milioni, contro i 225,4 milioni dell’esercizio precedente; gli ammortamenti aggiuntivi derivanti dalla prima applicazione del principio contabile IFRS 16 sono stati pari a 24,3 milioni. Il risultato operativo si è attestato a 468,2 milioni, in aumento rispetto ai 351,8 milioni del 2018. Gli oneri e proventi finanziari netti sono passati da 24,7 milioni di proventi a 58,6 milioni di oneri, principalmente per la volatilità che caratterizza le voci senza manifestazione monetaria, quali la valutazione degli strumenti derivati, nonostante una riduzione degli interessi passivi riferiti al debito netto. Le minusvalenze da realizzo partecipazioni hanno registrato un contributo negativo di 1,5 milioni, mentre i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto, tra le quali spicca la nostra collegata operante in Messico, sono passati da 87,9 a 73,8 milioni. Per effetto di quanto esposto, l’utile netto ante imposte si è attestato a 482,0 milioni, in aumento rispetto ai 465,3 milioni dell’esercizio precedente. Il carico fiscale dell’esercizio è stato pari a 96,0 milioni, contro 82,5 milioni del 2018; la maggiore aliquota fiscale (20% rispetto a 18% del 2018) è stata causata dal maggior reddito imponibile prodotto nelle aree geografiche di attività dove la tassazione è più elevata, come Germania, Italia e Stati Uniti d’America. Pertanto, il conto economico dell’esercizio 2019 si è chiuso con un utile netto di 385,9 milioni (382,8 milioni nel 2018). Il risultato attribuibile agli azionisti della società è passato da 382,1 nel 2018 a 385,7 milioni nell’esercizio in esame.

L’indebitamento finanziario netto del gruppo al 31 dicembre 2019 si è attestato a 567,8 milioni, in riduzione di 322,7 milioni rispetto a 890,5 milioni di fine 2018. Nell’esercizio appena trascorso, il gruppo ha distribuito dividendi per 26,6 milioni ed ha pagato investimenti industriali per complessivi 339,3 milioni, di cui 42,9 milioni destinati a progetti di incremento della capacità produttiva o speciali; in particolare: acquisto in blocco di macchinari ed impianti di seconda mano destinati allo stabilimento di Korkino in Russia (23,6 milioni), modernizzazione ed ampliamento dello stabilimento di Maryneal in Texas (9,1 milioni), acquisizione di nuovi impianti per la produzione di calcestruzzo preconfezionato in Germania, Italia e Polonia (8,5 milioni), ampliamento del reparto spedizioni della cementeria di Nikolaev in Ucraina (0,9 milioni). Gli ulteriori investimenti attribuibili a progetti di sviluppo strategico sono stati pari a 82,2 milioni; essi hanno riguardato in massima parte l’esecuzione del contratto con HeidelbergCement riguardante l’acquisto di una cementeria a ciclo completo in Toscana e due centri di macinazione nel Nord Ovest dell’Italia.

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2019, inclusa la quota spettante agli azionisti terzi, si è attestato a 3.690,8 milioni contro 3.143,6 milioni di fine 2018; pertanto il rapporto indebitamento netto/patrimonio netto è diminuito a 0,15 contro 0,28 del precedente esercizio.

La società capogruppo Buzzi Unicem SpA ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 87,2 milioni di euro (97,9 milioni nel 2018) ed un flusso di cassa di 126,0 milioni.

Italia
Le nostre quantità vendute di leganti idraulici e clinker, dopo un soddisfacente avvio d’anno favorito dal clima non particolarmente freddo, hanno mantenuto una variazione positiva grazie al contributo aggiuntivo, a partire dal 1 luglio, della cementeria di Testi (FI) e dei due centri di macinazione in Piemonte, nonostante un minore apporto delle spedizioni destinate all’esportazione e del semilavorato clinker (+3,0%). I prezzi medi, grazie al più stabile contesto di mercato, si sono confermati in miglioramento. Il settore del calcestruzzo preconfezionato si è stabilizzato sui livelli di produzione raggiunti a fine 2018 (-0,3%), ma con prezzi di vendita in ripresa. Tale andamento di volumi e prezzi ha generato un fatturato pari a 504,7 milioni, in aumento di 9,8% (459,8 milioni nel 2018); a parità di perimetro il fatturato sarebbe aumentato di 7,5%. I costi unitari di produzione sono aumentati per l’andamento sfavorevole dell’energia elettrica e, seppure in maniera meno rilevante, dei combustibili, mentre i costi fissi sono stati tenuti sotto controllo, grazie al miglioramento della leva operativa. Il margine operativo lordo ha chiuso in territorio positivo per 43,4 milioni, rispetto a -1,7 milioni dell’anno precedente. Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio in esame comprende benefici non ricorrenti netti per 2,5 milioni, di cui 6,1 milioni riferiti all’adozione IFRS 16 e, con segno opposto, costi di ristrutturazione pari a 3,6 milioni (erano 7,6 milioni i costi non ricorrenti netti nel 2018). Il margine operativo lordo ricorrente è risultato pari a 40,9 milioni, in miglioramento di 35,0 milioni rispetto a 5,8 milioni nel 2018. Nell’esercizio sono stati realizzati altri ricavi operativi per 23,8 milioni derivanti da vendite all’interno del gruppo di quote emissione CO2 (erano 11,8 milioni nel 2018).


Europa Centrale
In Germania le nostre consegne di leganti idraulici, dopo un primo semestre in robusto avanzamento, agevolato dal meteo favorevole e dall’apporto aggiuntivo delle spedizioni dall’impianto produttivo Seibel & Söhne, hanno successivamente ripreso un ritmo più regolare e non influenzato dal perimetro di attività, chiudendo l’esercizio in positivo (+3,2%) e con prezzi medi di vendita in miglioramento. I volumi di produzione del settore calcestruzzo preconfezionato hanno confermato i livelli raggiunti a fine 2018 (-0,2%), mentre i prezzi medi di vendita sono risultati in rialzo. Il fatturato complessivo è così passato da 632,5 a 679,6 milioni (+7,5%) ed il margine operativo lordo è aumentato da 82,5 a 102,3 milioni (+24,0%). Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio in esame comprende una posta non ricorrente di 3,5 milioni riferita all’adozione IFRS 16 e 0,4 milioni per costi di ristrutturazione (4,0 milioni gli oneri non ricorrenti nel 2018). Al netto degli effetti non ricorrenti, il margine operativo lordo ha mostrato un miglioramento di 12,7 milioni sull’anno precedente (+14,7%). L’andamento sfavorevole dell’energia elettrica, unitamente al sensibile incremento del costo relativo ai diritti di emissione CO2, è stato bilanciato dai risparmi ottenuti nel costo dei combustibili e delle voci fisse; i costi unitari di produzione hanno così registrato una, seppur lieve, variazione favorevole. Si rammenta che nel 2019 sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 18,2 milioni per l’acquisto di diritti emissione CO2 (7,7 milioni nel 2018), in prevalenza dalla capogruppo.

In Lussemburgo e Paesi Bassi le nostre vendite di cemento e clinker, al lordo dei trasferimenti all’interno del gruppo e comprese le esportazioni, grazie ad un più vivace andamento delle spedizioni nel secondo semestre hanno chiuso l’anno con una marginale flessione (-0,9%) e prezzi medi unitari in lieve progresso. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha invece consuntivato una variazione sfavorevole dei volumi (-8,0%), riferibile principalmente al rallentamento dei lavori relativi ad un importante progetto infrastrutturale nei Paesi Bassi, seppure con prezzi in buon recupero. Il fatturato è stato pari a 192,5 milioni, in flessione del 2,4% rispetto all’esercizio precedente (197,1 milioni). Il margine operativo lordo si è attestato a 22,7 milioni (23,1 milioni nel 2018). I costi unitari di produzione sono risultati, nel complesso, in sensibile aumento a causa dell’andamento particolarmente sfavorevole dell’energia elettrica e dei diritti di emissione CO2, solo parzialmente compensati da qualche risparmio nei combustibili. Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio comprende una posta non ricorrente di 0,6 milioni riferita all’adozione IFRS 16 (0,1 milioni di oneri non ricorrenti nel 2018). Al netto degli effetti non ricorrenti il margine operativo lordo ha mostrato una variazione negativa di 1,0 milione. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 2,6 milioni per l’acquisto di diritti emissione CO2 (0,8 milioni nel 2018), in prevalenza dalla capogruppo.

Europa Orientale
In Polonia, Le quantità di cemento vendute dal gruppo, dopo i progressi realizzati nei primi mesi grazie alle condizioni climatiche particolarmente favorevoli, nella seconda parte dell’anno hanno tenuto un andamento più regolare ed in linea con le aspettative, chiudendo ad un livello solo marginalmente inferiore (-1,6%) rispetto al consuntivo 2018; per contro, i prezzi medi di vendita in valuta locale si sono mostrati in netto miglioramento. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha realizzato risultati più deboli (-6,6%), con prezzi medi di vendita in valuta locale che hanno confermato una netta risalita. Il fatturato è passato da 111,4 a 123,8 milioni (+11,1%) ed il margine operativo lordo è migliorato da 31,9 a 32,1 milioni (+0,9%). Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio comprende una posta non ricorrente di 0,1 milioni riferita all’adozione IFRS 16 (5,4 milioni i proventi non ricorrenti nel 2018) e che il lieve deprezzamento della valuta locale ha marginalmente influito sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di condizioni il fatturato ed il margine operativo lordo ricorrente sarebbero cresciuti rispettivamente di 12,1% e 22,0%. I costi unitari di produzione in valuta locale, hanno presentato una crescita a doppia cifra percentuale, principalmente a causa dell’aumento del costo relativo ai diritti di emissione CO2, nonostante i risparmi ottenuti per combustibili ed energia elettrica. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 7,2 milioni per l’acquisto di diritti emissione CO2 (2,4 milioni nel 2018), principalmente dalla capogruppo.

In Repubblica Ceca le nostre vendite di cemento hanno confermato per l’intero esercizio il lieve calo (-1,5%) registrato già nel corso del primo semestre, con prezzi medi di vendita espressi in valuta locale in miglioramento. Il settore del calcestruzzo confezionato, che comprende anche la Slovacchia, ha registrato livelli di produzione più deboli (-6,5%), bilanciato da prezzi in progresso. I ricavi netti consolidati si sono attestati a 168,2 milioni (164,5 milioni nel 2018, +2,2%) ed il margine operativo lordo è passato da 43,6 a 46,3 milioni (+6,3%). Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio comprende una posta non ricorrente per 1,6 milioni riferita all’adozione IFRS 16 e che il lieve deprezzamento della corona ceca ha impattato sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di condizioni, la variazione positiva del fatturato sarebbe stata di 2,3%, mentre il margine operativo lordo sarebbe aumentato di 2,7%. I costi unitari di produzione in valuta locale, sono risultati in aumento a doppia cifra percentuale principalmente a causa dell’andamento particolarmente sfavorevole dell’energia elettrica e dell’incremento del costo relativo ai diritti di emissione CO2, nonostante il risparmio ottenuto alla voce combustibili. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 2,7 milioni per l’acquisto di quote emissione CO2, in prevalenza dalla capogruppo (0,9 milioni nel 2018). 

In Ucraina, le vendite di cemento, anche nel secondo semestre, hanno confermato un consistente miglioramento, in continuità con lo sviluppo realizzato in avvio d’anno. Tale dinamica è stata favorita dal calo delle importazioni da Russia, Bielorussa e Moldavia, dopo la recente applicazione di misure antidumping. L’intero esercizio ha chiuso con un progresso a doppia cifra percentuale e prezzi medi in valuta locale ancora sostenuti al rialzo dall’inflazione. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno invece confermato un andamento debole, ma con prezzi medi in valuta locale in marcata espansione. I ricavi di vendita si sono attestati a 131,9 milioni, in consistente aumento rispetto agli 88,3 milioni raggiunti nel 2018 (+49,3%), ed il margine operativo lordo è passato da 7,0 a 21,0 milioni (+14,0 milioni), con una redditività caratteristica raddoppiata (16,0%). L’andamento positivo della valuta locale ha impattato positivamente sulla traduzione del risultato in euro; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe aumentato del 34,5% ed il margine operativo sarebbe aumentato di 11,9 milioni. La crescita dei costi unitari di produzione espressi in valuta locale è da attribuirsi all’andamento particolarmente sfavorevole dell’energia elettrica, parzialmente compensato da qualche risparmio nei costi per il combustibile.

In Russia, Le nostre spedizioni di cemento, dopo una consistente accelerazione nel primo semestre, da attribuire principalmente all’ampliamento della rete distributiva, hanno proseguito la crescita, ad un ritmo più regolare, favorito anche dall’avanzamento registrato dai cementi speciali “oil-well”, chiudendo l’intero periodo con una variazione favorevole (+5,0%) sull’anno precedente. I prezzi medi unitari, in valuta locale, hanno confermato la positiva intonazione già espressa nella prima parte del 2019. I ricavi netti si sono attestati a 214,5 milioni, in crescita rispetto a 185,5 milioni del precedente esercizio (+15,6%) e il margine operativo lordo è passato da 50,1 a 57,7 milioni (+15,0%). Occorre ricordare che il dato dell’esercizio comprende una posta non ricorrente per 0,1 milioni riferita all’adozione IFRS 16 e che il rafforzamento del rublo ha inciso favorevolmente sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di condizioni, i ricavi sarebbero aumentati del 13,2% ed il margine operativo lordo del 12,5%. La redditività caratteristica, sebbene in marginale riduzione, si è confermata su livelli superiori alla media del gruppo (26,8%). I costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, sono risultati in crescita, influenzati negativamente dall’andamento particolarmente sfavorevole dei costi per energia elettrica e, in misura meno evidente, dei combustibili.

Stati Uniti d’America
Le nostre vendite di cemento, grazie alle favorevoli condizioni climatiche che hanno caratterizzato la seconda metà dell’anno, mesi invernali compresi, sono andate migliorando nel secondo semestre, chiudendo l’esercizio in robusto avanzamento (+6,0%) rispetto al 2018, fortemente condizionato da freddo intenso in avvio d’anno e dall’alta piovosità nel terzo trimestre. I prezzi di vendita, espressi in valuta locale, sono risultati in leggero miglioramento. La produzione del calcestruzzo preconfezionato, presente particolarmente nello stato del Texas, ha registrato un progresso ancora più marcato (+16,5%), sostenuto da una crescita moderata dei prezzi. Il fatturato complessivo è passato da 1.069,6 a 1.242,5 milioni di euro (+16,2%) ed il margine operativo lordo da 341,2 a 402,7 milioni di euro (+18,0%). Il dato dell’esercizio comprende una posta non ricorrente di 15,8 milioni riferiti all’adozione IFRS 16 (rispetto a proventi non ricorrenti netti per 15 milioni nel 2018). L’apprezzamento del dollaro ha avuto un impatto positivo sulla traduzione dei risultati in euro. Al netto dell’effetto cambio e delle voci non ricorrenti, la variazione di fatturato e del margine operativo lordo sarebbe stata rispettivamente +10,1% e +12,4%. La redditività caratteristica, in miglioramento, si conferma ai massimi livelli del gruppo (31,1%). La crescita dei costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, è stata solo leggermente superiore all’inflazione, grazie all’andamento complessivamente favorevole dei fattori energetici, energia elettrica in particolare. 

Messico (valutazione al patrimonio netto)
Le vendite della collegata Corporación Moctezuma, dopo il calo evidente realizzato nel primo semestre, hanno incominciato a stabilizzarsi, chiudendo l’esercizio in arretramento, ma in modo meno sfavorevole rispetto ai livelli registrati nei primi sei mesi dell’anno, con prezzi, in valuta locale, in contrazione. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno espresso una ancora più marcata flessione rispetto ai livelli dell’anno precedente, ma i relativi prezzi, sono migliorati. Fatturato e margine operativo lordo, espressi in valuta locale, hanno registrato rispettivamente una riduzione del 9,8% e del 17,1%. La rivalutazione del peso messicano ha favorito la traduzione dei risultati in euro: con riferimento al 100% della collegata, il fatturato si è attestato a 593,2 milioni (-5%), ed il margine operativo lordo a 252,2 milioni (-12,7%). Occorre ricordare che il dato dell’esercizio comprende una posta non ricorrente di 2,2 milioni riferiti all’adozione IFRS 16. I costi unitari di produzione sono cresciuti più del tasso di inflazione, penalizzati dall’andamento sfavorevole dell’energia elettrica, nonostante qualche risparmio nel costo per combustibili. La quota di risultato riferita al Messico, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto ammonta a 52,9 milioni (64,2 milioni nel 2018).

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Le spedizioni di cemento realizzate dalla nuova joint venture hanno mantenuto uno sviluppo positivo, soprattutto grazie al contributo della regione del Nord-Est, dove il miglioramento è stato più marcato. I prezzi di vendita medi, in valuta locale, hanno registrato un marginale miglioramento. Fatturato e margine operativo lordo ricorrente, espressi in valuta locale, hanno fatto segnare rispettivamente un aumento del 3,8% e una diminuzione del 24,8%. Il deprezzamento del real brasiliano ha influito negativamente sulla traduzione dei risultati in euro: con riferimento al 100% della collegata, il fatturato si è attestato a 134,7 milioni (+1,3%), ed il margine operativo lordo a 23,4 milioni (-26,6%). Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio 2018 comprendeva proventi non ricorrenti per 11,3 milioni; pertanto, a parità di condizioni il margine operativo lordo ricorrente sarebbe migliorato del 16,7%. I costi unitari di produzione sono cresciuti più del tasso d’inflazione, penalizzati dall’evoluzione dei fattori energetici. La quota di risultato riferita al Brasile, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a -0,7 milioni (1,7 milioni nel 2018).

Evoluzione prevedibile della gestione
Le analisi ed i programmi sviluppati durante il processo di budget delineavano, per l’anno in corso, un sostanziale consolidamento dei risultati particolarmente positivi realizzati nel 2019, attraverso ulteriori progressi previsti sia in Italia sia in Europa Centrale e variazioni tendenzialmente neutre in Europa Orientale e Stati Uniti d’America; il tutto assumendo un tasso di cambio del dollaro e del rublo abbastanza stabile. L’andamento delle vendite e del fatturato nel primo trimestre 2020, almeno fino ad una settimana fa, è stato conforme alle previsioni del budget originale.
I recenti sviluppi riguardanti nuovi centri d’infezione da Coronavirus (COVID-19) in Europa, Asia, Medio Oriente e Stati Uniti d’America hanno chiaramente modificato la visione secondo la quale l’emergenza sanitaria sarebbe stata di breve durata e limitata alla Cina. Praticamente tutte le nazioni coinvolte stanno rispondendo con misure molto severe per quanto riguarda la mobilità delle persone e lo svolgimento delle attività produttive e commerciali. L’economia risulta vincolata e si avvia rapidamente verso una fase di recessione globale. Al crollo dei mercati azionari si è aggiunto quello del prezzo del petrolio e la rapida svalutazione di alcune valute rilevanti per il nostro bilancio, come il rublo russo, il peso messicano ed il real brasiliano.
Dal nuovo scenario che si sta delineando ci attendiamo impatti che potrebbero essere assai negativi sul nostro settore d’attività, quali: una marcata caduta della domanda di cemento e calcestruzzo preconfezionato, soprattutto nei mercati dove i casi sono più numerosi e le restrizioni più severe; una variazione favorevole dei costi per i combustibili e l’energia elettrica, in parte controbilanciato dalle interruzioni e dalle difficoltà nei trasporti e nelle catene di fornitura.
Al momento non siamo in grado di stimare in modo attendibile gli effetti sfavorevoli della pandemia in corso sui risultati del gruppo, che dipenderanno soprattutto dalla sua durata e dall’intensità del contagio nelle diverse aree geografiche di attività. Sarà nostra cura fornire al mercato indicazioni più precise quando godremo di una migliore visibilità sulle aspettative di breve termine. Una volta superata la crisi, il rimbalzo dovrebbe essere guidato dalle importanti misure di sostegno che i governi hanno già approvato o approveranno nei prossimi giorni (politica monetaria espansiva, progetti infrastrutturali, sostegni al lavoro ed all’occupazione).


Dichiarazione consolidata non finanziaria 2019
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario compresa nel Bilancio di Sostenibilità 2019, in ottemperanza a quanto previsto dal D. Lgs. n. 254/2016.
La Dichiarazione consolidata non finanziaria costituisce un resoconto distinto e separato rispetto alla relazione sulla gestione; essa verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla pubblicazione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2019.

Proposta di destinazione del risultato d’esercizio
All’Assemblea degli Azionisti fissata in prima convocazione per il giorno 8 Maggio 2020 sarà proposto un dividendo di 15,0 centesimi per ogni azione ordinaria e di 17,4 centesimi per ogni azione di risparmio. Il pagamento del dividendo, se approvato dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 20 maggio 2020 (con data stacco 18 maggio 2020 e “record date” 19 maggio 2020).

Rinnovo autorizzazione per acquisto/disposizione azioni proprie
Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti la proposta di autorizzazione (con correlativa revoca per la parte non utilizzata dell'analoga autorizzazione adottata il 9 maggio 2019) all’acquisto di ulteriori massime n. 7.000.000 di azioni ordinarie e/o di risparmio. L’autorizzazione è richiesta, altresì, per la disposizione delle azioni proprie detenute dalla società.
La proposta di autorizzazione all’acquisto nonché alla disposizione di azioni proprie è motivata dalla finalità di consentire alla società di intervenire nell’eventualità di oscillazioni delle quotazioni delle azioni della società al di fuori delle normali fluttuazioni del mercato azionario, nei limiti in cui ciò sia conforme alla normativa vigente o a prassi di mercato ammesse, nonché di dotare la società di uno strumento di investimento della liquidità. Ulteriore motivazione all’acquisto di azioni proprie può essere quella di disporne come corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari di futura eventuale emissione, o per l’eventuale distribuzione, a titolo oneroso o gratuito, a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società del gruppo nonché per eventuali assegnazioni gratuite ai soci.
L’autorizzazione è richiesta per la durata di diciotto mesi a far data dall’approvazione dell’assemblea.
Il corrispettivo proposto per l’acquisto è compreso tra un minimo per azione di euro 0,60, pari al valore nominale, ed un massimo per azione non superiore al 10% rispetto al prezzo di riferimento rispettivamente dell’azione ordinaria o dell’azione di risparmio registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente al compimento di ogni singola operazione.
Il controvalore massimo utilizzabile previsto per l’acquisto è pari a 140 milioni di euro.
Gli acquisti di azioni proprie verranno effettuati sul mercato, secondo le modalità operative stabilite nel regolamento di Borsa Italiana. La società potrà anche avvalersi delle modalità previste da eventuali prassi di mercato approvate da Consob, ove applicabili, nonché di quelle di cui all’art. 5 del Regolamento UE n. 596/2014.
Le operazioni di disposizione delle azioni proprie potranno avvenire in qualsiasi momento, in tutto o in parte, in una o più volte, sia mediante alienazione con corrispettivo in denaro sia quale corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari di futura eventuale emissione, nonché per l’eventuale distribuzione a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società controllate ai sensi dell'art. 2359 del codice civile ovvero per eventuali assegnazioni ai soci, anche sotto forma di dividendo.
A valere sulla precedente autorizzazione rilasciata dall’assemblea ordinaria del 9 maggio 2019, sino alla data odierna non sono state effettuate operazioni di acquisto di azioni proprie.
A valere sulla stessa autorizzazione sono state consegnate n. 5.467.368 azioni proprie ordinarie agli obbligazionisti del prestito “Buzzi Unicem €220.000.000 1,375% Equity-Linked Bonds due 2019”.
Alla data odierna la società detiene, pertanto, n. 29.290 azioni proprie di risparmio, pari allo 0,014% dell’intero capitale sociale.

Altre delibere assembleari
L’Assemblea è stata altresì convocata:
a)    in sede ordinaria, per assumere le necessarie deliberazioni in merito:
-    al rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale;
-    all’approvazione della Sezione I della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, ai sensi dell’art. 123 ter del D.Lgs. n. 58/1998;
-    all’espressione del voto non vincolante sulla Sezione II della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, ai sensi dell’art. 123 ter del D.Lgs. n. 58/1998;
b)    in sede straordinaria, per deliberare in merito alla proposta di precisazione dell’oggetto sociale, con conseguente modifica dell’art. 3 dello statuto sociale, al fine di:
(i)    chiarire la portata dello statuto per meglio esprimere che l’oggetto sociale può essere realizzato sia direttamente sia anche solo indirettamente tramite società controllate;
(ii)    precisare che, nell’ambito dell’attività svolta, la società può svolgere anche l’attività di impresa portuale e terminalista per conto proprio e di terzi al fine di ricevere e spedire presso terminali portuali materiali necessari per lo svolgimento dell’attività della società.
Si precisa che la modifica statutaria proposta è meramente formale, finalizzata a meglio delineare l’oggetto sociale: in entrambi i casi si tratta di precisazioni che non comportano né una variazione delle attività che l’oggetto sociale consente di svolgere alla società né un mutamento del settore in cui dette attività devono essere esercitate e, pertanto, non comporta la ricorrenza del diritto di recesso previsto dalla normativa vigente.

Assemblea speciale degli Azionisti di risparmio
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì convocato per il giorno 8 Maggio 2020 in unica convocazione l’Assemblea speciale degli Azionisti di risparmio per la nomina del rappresentante comune.

Modifiche allo statuto sociale
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato alcune modifiche agli articoli 13, 23 e 31 dello statuto sociale al fine di adeguarli alle disposizioni della Legge n. 160/2019 in materia di equilibrio tra i generi nella composizione degli organi sociali delle società quotate.
Il verbale notarile delle deliberazioni adottate e lo statuto modificato saranno messi a disposizione del pubblico con le modalità e nei termini di legge.

Piano di incentivazione monetaria LTI per il triennio 2020-2022 per il top management
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato l’adozione di un piano di incentivazione monetaria a lungo termine per il triennio 2020-2022 (LTI 2020-2022) destinato agli Amministratori Delegati di Buzzi Unicem ed ai CEO Dyckerhoff e Buzzi Unicem USA.
Il piano è finalizzato ad incentivare i destinatari ad allineare il loro impegno e comportamento agli interessi degli azionisti, premiando gli sforzi per raggiungere gli obiettivi strategici, economici e di sostenibilità, e conseguire il miglioramento duraturo dei risultati aziendali.
Il piano LTI 2020-2022 è descritto nella Sezione I della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti che verrà sottoposta all’Assemblea degli azionisti.

Corporate Governance
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la relazione annuale sul governo societario e gli assetti proprietari, che verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla messa a disposizione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2019.
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì valutato la sussistenza dei requisiti di indipendenza di cui al Codice di Autodisciplina di Borsa (così come applicati dalla società secondo quanto indicato nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari), in capo ai consiglieri Elsa Fornero, Aldo Fumagalli Romario, Antonella Musy, Linda Orsola Gilli, Mario Paterlini, Gianfelice Rocca e Maurizio Sella.

Prestiti obbligazionari
Nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2019 non sono stati emessi nuovi prestiti obbligazionari.
Nei 18 mesi successivi al 31 dicembre 2019 non sono previsti rimborsi in linea capitale di prestiti obbligazionari.

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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.



Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Phone. +39 0142 416 404
Email: icolla@buzziunicem.it
 

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I risultati del bilancio 2019 saranno illustrati nel corso di una conference call che si terrà giovedì 26 marzo alle ore 15:00. Per partecipare comporre il n. +39 02 805 88 11.
 

Approvati i risultati dell'esercizio 2019