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09 febbraio 2023

Informazioni preliminari esercizio 2022

Vendite cemento: 28,3 milioni di tonnellate (-9,2%); vendite calcestruzzo preconfezionato: 11,5 milioni di metri cubi (-5,2%)

Ultimo trimestre dell’esercizio caratterizzato da volumi generalmente deboli, ma è proseguita la variazione favorevole dei prezzi di vendita

Fatturato consolidato 3.996 milioni (+16,0%), in deciso miglioramento (2021: 3.446 milioni), anche a cambi e perimetro costanti (+9,6%)

Previsto un EBITDA ricorrente 2022 pari a circa 880 milioni, migliore delle aspettative, di cui 72 milioni dovuti all’effetto cambio favorevole

 

Dati Consolidati   2022 2021 22/21
Vendite di cemento t/000  28.332 31.202 -9,2%
Vendite di calcestruzzo m3/000 11.510 12.141 -5,2%
Ricavi netti  €/m 3.996 3.446 +16,0%
    Dic 22  Dic 21 Var.
Posizione finanziaria netta  €/m  288 236 53

 

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei dati preliminari relativi all’esercizio appena trascorso.

Nel corso del 2022, i volumi di vendita realizzati dal gruppo si sono contratti rispetto al livello raggiunto nell’esercizio precedente. Il rallentamento generalizzato delle consegne, già evidenziato durante i primi nove mesi dell’anno, si è accentuato nel corso dell’ultimo trimestre, particolarmente in Italia, Europa Orientale e Stati Uniti, dove oltre alla domanda più debole riferita al comparto residenziale, si sono verificate anche alcune criticità logistiche lungo il fiume Mississippi. In Europa Centrale, invece, i volumi di vendita hanno mostrato una certa stabilità. Il rafforzamento dei prezzi di vendita si è confermato anche nell’ultimo trimestre, in tutti i mercati di presenza. 

Il quadro congiunturale sfavorevole che ha rallentato il ritmo espansivo dell’economia mondiale nel corso dei primi nove mesi del 2022 è stato amplificato, nel quarto trimestre, dalle accresciute incertezze geopolitiche, dall’elevata e perdurante inflazione, oltre che dall’inasprimento delle condizioni finanziarie. Gli attacchi mossi dalla Russia nei confronti dell’Ucraina hanno continuato a destabilizzare i mercati delle materie prime, alimentando la volatilità dei prezzi dell’energia. Nelle principali economie avanzate il rallentamento dell’attività economica avvenuto nel 2022 è da ricondursi prevalentemente all’avvio di un ciclo di inasprimento monetario, volto a contrastare le spinte inflazionistiche e a raffreddare la domanda. 
L‘interscambio a livello mondiale, dopo aver evidenziato una buona capacità di tenuta nella prima metà del 2022, con gli effetti negativi del conflitto in Ucraina e le perduranti strozzature dal lato dell’offerta, ha perso slancio nel terzo e quarto trimestre, principalmente a causa della debole domanda nelle economie avanzate. 
Le ultime previsioni sul 2022 indicano, quindi, un rallentamento della crescita del PIL mondiale (+3,2%). Sulla base di tali proiezioni, l’economia globale dovrebbe confermare la frenata, pur rimanendo in territorio espansivo, anche nel corso del 2023 (+2,2%), riflettendo un significativo calo della crescita nei paesi maturi. 
Negli Stati Uniti, durante il quarto trimestre, l’economia è stata caratterizzata da una generalizzata debolezza della domanda interna, in presenza di elevata inflazione e un ulteriore rialzo dei tassi di interesse, che hanno continuato a erodere il potere d’acquisto e il reddito reale delle famiglie, frenando i consumi. Inoltre, la più difficile accessibilità e il maggior costo del credito hanno gravato sugli investimenti privati, principalmente quelli in edilizia residenziale. 
Nei paesi dell’area euro, lo sviluppo economico, dopo un terzo trimestre in leggera crescita (+0,3%), sostenuto dalla dinamica espansiva degli investimenti e dei consumi privati, ha ristagnato durante i mesi autunnali. L’elevata inflazione e le condizioni di finanziamento maggiormente restrittive hanno rallentato la produzione manifatturiera e la spesa delle famiglie. In un contesto caratterizzato, quindi, da perdurante incertezza legata all’evoluzione del conflitto in Ucraina e dai rischi derivanti da potenziali interruzioni nelle forniture energetiche, l’indebolimento della dinamica di crescita, già evidente nel comparto industriale, si è esteso anche al settore dei servizi. Gli investimenti in edilizia residenziale sono calati durante il secondo semestre: dopo la flessione (-0,7%) registrata nel terzo trimestre, l’attività nel comparto ha continuato a indebolirsi anche in ottobre e novembre. 
In Italia, il PIL è cresciuto nel trimestre estivo, grazie alla forte espansione della domanda interna. Sia i consumi delle famiglie, sia la spesa per investimenti, quest’ultima in rallentamento a causa del minore contributo del comparto delle costruzioni, hanno contribuito alla crescita. Nel quarto trimestre, invece, l’attività si è indebolita, gravata dall’effetto dei persistenti aumenti dei prezzi energetici e dal rallentamento della ripresa nei settori più impattati dalla pandemia, quali commercio, turismo e trasporti. 
Per quanto riguarda le economie emergenti, in Cina, le difficoltà legate alla crisi del settore residenziale e la nuova ondata di contagi, conseguente alla revoca di tutte le misure di contenimento, hanno causato un marcato deterioramento del quadro economico. In Russia, dopo l’evidente diminuzione del PIL nel secondo e terzo trimestre, l’economia è entrata in recessione: il paese ha registrato un calo delle esportazioni minore rispetto alle precedenti previsioni, mentre le importazioni hanno subito una netta battuta d’arresto come diretta conseguenza delle sanzioni internazionali.  
Per quanto riguarda le quotazioni dei beni energetici, a partire dalla metà di ottobre sia il prezzo del petrolio che quello del gas naturale sono diminuiti, a seguito del rallentamento della domanda globale. In particolare, il prezzo del gas naturale scambiato sul mercato olandese TTF è decisamente migliorato, rimanendo comunque su livelli storicamente elevati. Tale riduzione è conseguente ad un clima più mite rispetto alle previsioni, oltre che alla flessione della produzione industriale in Europa che, unitamente alla stabilità dei flussi di approvvigionamento di gas, ha permesso di mantenere gli stoccaggi prossimi ai livelli massimi.  
In novembre e in dicembre la Federal Reserve ha alzato rispettivamente di 75 e 50 punti base i tassi di riferimento, indicando ulteriori rialzi in presenza di un mercato del lavoro ancora sotto pressione. Parallelamente, anche la BCE ha aumentato di 75 e 50 punti base, in ottobre e dicembre, i tassi di interesse di riferimento, valutando che questi dovranno ancora salire per permettere un ritorno tempestivo alla stabilizzazione dei prezzi. Tuttavia, il Consiglio Direttivo ha stabilito che le decisioni future sui tassi saranno pesate anche sulla base delle prospettive di crescita e inflazione. 
Le banche centrali dei paesi emergenti, invece, hanno adottato approcci più eterogenei: in Brasile, le autorità monetarie hanno interrotto la sequenza di rialzi, mentre in Cina, in un contesto di inflazione moderata, le condizioni monetarie sono rimaste accomodanti, anche per mitigare la crisi del settore immobiliare. 

Le vendite di cemento del gruppo si sono attestate a 28,3 milioni di tonnellate, in contrazione                            (-9,2%) rispetto all’esercizio 2021. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato, pari a 11,5 milioni di metri cubi, sono risultate anch’esse in riduzione rispetto ai volumi dell’anno scorso         (-5,2%). L’effetto prezzo positivo ha più che compensato quello negativo dovuto alla contrazione dei volumi, portando il fatturato consolidato dell’esercizio da 3.445,6 a 3.995,5 milioni. Non ci sono state variazioni di perimetro mentre le fluttuazioni dei tassi di cambio, in particolare la rivalutazione del rublo e del dollaro, hanno avuto un impatto complessivamente favorevole di 219,5 milioni. Pertanto, a parità di condizioni l’aumento del fatturato sarebbe stato di 9,6%.


La tabella seguente illustra la ripartizione del fatturato per mercati di presenza.
 

milioni di euro 2022 2021 ∆ % ∆ % lfl
Italia 726,2 604,7 +20,1 +20,1
Stati Uniti d'America 1.591,8 1.329,6 +19,7 +6,6
Germania 798,8 708,1 +12,8 +12,8
Lussemburgo e Paesi Bassi 226,9 201,1 +12,8 +13,2
Rep. Ceca e Slovacchia 201,2 177,5 +13,4 +9,1
Polonia 141,3 126,4 +11,8 +14,7
Ucraina 59,8 127,0 -53,0 -50,4
Russia 290,4 207,4 +40,0 +18,6
Elisioni (40,8) (36,2)     
  3.995,5 3.445,6 +16,0

+9,6

Messico (100%)

768,5 661,6 +16,2 +4,0
Brasile (100%) 400,2 253,4 +57,9 +22,0

 

La posizione finanziaria netta a fine 2022, comprese le attività finanziarie a lungo termine, risulta positiva e ammonta a 288,2 milioni, in aumento rispetto ai 235,5 milioni di fine 2021 ma in diminuzione rispetto al dato relativo ai primi nove mesi del 2022 (328 milioni). La svalutazione del dollaro e del rublo, intervenuta durante il quarto trimestre, ha penalizzato il valore delle attività finanziarie denominate in tali valute. Inoltre, sempre nell’ultimo trimestre, sono stati acquistati diritti di emissione CO2 destinati a coprire il deficit previsto nel 2023, quindi iscritti a magazzino. 

Italia
La dinamica positiva degli investimenti nel settore delle costruzioni si è confermata anche nel 2022 (+12,8% nei primi nove mesi), nonostante il rallentamento dell’edilizia durante il terzo e quarto trimestre, frenata dall’inflazione, dall’aumento dei tassi di interesse e dai timori legati a una potenziale recessione. A trainare gli investimenti nel settore è stato il comparto del rinnovo residenziale. Le persistenti pressioni inflazionistiche sui prezzi delle materie prime, energetiche e non, oltre ai ritardi nell’attuazione del PNRR, hanno diluito il contributo delle opere pubbliche.  Tuttavia, il consumo domestico di cemento è stimato in diminuzione di circa 8%, con una quota crescente rappresentata da importazioni. 
Secondo le stime più recenti, il PIL è previsto in aumento del 3,9% a fine 2022. L’inflazione, dopo i massimi toccati in autunno, sospinta dagli aumenti della componente energia, in dicembre è lievemente diminuita, rimanendo comunque su livelli decisamente elevati (+12,3%).
Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker, già in netta contrazione nei primi sei mesi, hanno ulteriormente rallentato nel corso del secondo semestre, soffrendo la situazione difficile del mercato interno e la rinuncia al mercato estero. Il calo dei volumi si è esteso anche al settore del calcestruzzo preconfezionato. I prezzi medi di vendita, sia nel cemento che nel calcestruzzo, hanno mostrato un andamento decisamente favorevole nel complesso dell’anno. 
Sulla base di tali dinamiche, il fatturato delle attività italiane si è attestato a 726,2 milioni, in aumento del 20,1% rispetto al 2021. 

Stati Uniti d’America
Gli investimenti in edilizia residenziale, principale traino della domanda a partire dal 2020, hanno perso terreno nella seconda parte del 2022, impattati dal rincaro dei materiali da costruzione e dall’aumento dei tassi di interesse. L’elevata inflazione ha inoltre diluito il potenziale degli investimenti in opere pubbliche, previsti in marginale contrazione a fine 2022. Il consumo domestico di cemento è stimato rimanere sostanzialmente stabile (+0,3%). Le previsioni più recenti sull’andamento dell’economia americana indicano che il PIL possa crescere del 2,0% nel 2022. 
Nel corso del quarto trimestre, le nostre vendite di cemento hanno mostrato una ulteriore contrazione, più evidente rispetto a quanto già evidenziato nel trimestre precedente. Il rallentamento generalizzato della domanda di cemento, oltre alle criticità logistiche dovute al basso livello delle acque nel fiume Mississippi, protrattesi fino a metà novembre, hanno influenzato la dinamica delle nostre spedizioni. Nel complesso dell’anno, quindi, i volumi di vendita, sia nel cemento che nel calcestruzzo preconfezionato, si sono attestati su livelli leggermente inferiori rispetto al 2021. Al contrario, i prezzi di vendita si sono ulteriormente rafforzati nel corso del quarto trimestre. 
Il fatturato complessivo si è attestato a 1.591,8 milioni, in aumento (+19,7%) rispetto ai 1.329,6 milioni del 2021. L’apprezzamento del dollaro (11,0%) ha avuto un impatto decisamente favorevole sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio i ricavi netti sarebbero cresciuti del 6,6%.

Europa Centrale
In Germania, l’esplosione dei costi, i crescenti timori di recessione e l’aumento dei tassi di interesse hanno portato a una marginale frenata degli investimenti in costruzioni nel 2022 (-0,5%), più evidente nel settore commerciale (-2,0%) e nei lavori pubblici (-1,0%). La componente di edilizia residenziale (circa il 60% degli investimenti), invece, grazie anche ai sussidi governativi per l’efficientamento degli edifici, è prevista in leggero incremento (+0,2%). L’inflazione, che ha raggiunto il picco in ottobre (+11,6%) a causa della graduale eliminazione dei sussidi governativi sul carburante, ha spinto ulteriormente al rialzo i costi di produzione. In tale contesto, il PIL è previsto crescere dell’1,8% nel 2022. 
Le nostre spedizioni di leganti idraulici hanno chiuso il 2022 in leggero progresso, nonostante un certo rallentamento registrato sia nel terzo e che nel quarto trimestre, dovuto a una maggior debolezza della domanda e a un inverno più rigido. La stessa dinamica si è estesa anche ai volumi di calcestruzzo preconfezionato, in leggera crescita a fine 2022. I prezzi di vendita hanno confermato i buoni livelli già raggiunti nei primi nove mesi, anche nel corso dell’ultimo trimestre. 
A fine 2022, il fatturato complessivo ha così raggiunto i 798,8 milioni, in aumento del 12,8%, rispetto ai 708,1 milioni del 2021.

In Lussemburgo e Paesi Bassi, l’indebolimento della domanda, già evidente nel terzo trimestre, si è confermato anche durante gli ultimi mesi dell’anno. Tuttavia, l’andamento positivo del primo semestre è stato in grado di compensare il rallentamento avvenuto nei trimestri successivi. I volumi di vendita, quindi, hanno chiuso in leggero rialzo rispetto al 2021. Il progresso delle vendite di calcestruzzo preconfezionato nei Paesi Bassi ha compensato l’andamento negativo in Lussemburgo. I prezzi di vendita hanno mostrato una robusta crescita, al traino dell’inflazione dei costi di produzione.  
Il fatturato complessivo nel 2022 è stato pari a 226,9 milioni, in aumento (+12,8%) rispetto ai 201,1 milioni dell’esercizio precedente. 

Europa Orientale
In Polonia, la crescita del PIL è prevista rallentare al +0,9% a fine 2022. L’impatto della guerra in Ucraina sull’economia e sul settore delle costruzioni è stato evidente, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità e i prezzi dei materiali da costruzione.  
Dopo il progresso registrato nel 2021 (+3,7%), gli investimenti in costruzioni hanno continuato a mostrare un andamento espansivo nella prima parte del 2022, rallentando poi nel corso del secondo semestre. A fine 2022, gli investimenti sono stimati crescere del 4,5% rispetto al 2021. Tale andamento, tuttavia, non si è riflesso sul consumo di cemento, previsto in calo rispetto all’anno precedente. 
Tali dinamiche hanno influenzato anche i nostri volumi di vendita del cemento e del calcestruzzo preconfezionato che, dopo un primo semestre in crescita, grazie principalmente all’avanzamento registrato in avvio d’anno, hanno decisamente perso terreno nel terzo e quarto trimestre, chiudendo in netta diminuzione. I prezzi di vendita, invece, hanno mostrato uno sviluppo molto favorevole. 
Il fatturato in euro è stato pari a 141,3 milioni, in miglioramento del 11,8% rispetto ai 126,4 milioni del 2021. Occorre ricordare che l’indebolimento dello zloty (-2,6%) ha comportato un effetto cambio negativo: a parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 14,7%.

In Repubblica Ceca, durante l’esercizio gli investimenti in costruzioni sono cresciuti (+1,4%), beneficiando del volume elevato dei permessi di costruzione dopo la fine della pandemia. Lo sviluppo positivo dell’attività nel comparto non residenziale, prevalentemente concentrata nei principali centri urbani del paese, ha compensato la debolezza nel comparto residenziale e nelle opere pubbliche, impattati dal netto rialzo dei tassi di interesse e dall’inflazione.  
Le stime più recenti indicano che la crescita del PIL nel 2022 dovrebbe rallentare al 2,4%. 
Le vendite di cemento, dopo un primo semestre in progresso, hanno mostrato un andamento piuttosto negativo sia nel terzo che nel quarto trimestre, chiudendo il 2022 su livelli inferiori rispetto all’anno precedente. I prezzi di vendita, in valuta locale, sono decisamente migliorati. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, comprendente la Slovacchia, ha fatto registrare simili dinamiche, sia per quanto riguarda i volumi che i prezzi di vendita. 
I ricavi netti consolidati, sui quali ha impattato l’apprezzamento della corona ceca (+4,2%), si sono attestati a 201,2 milioni, in crescita del 13,4% rispetto al 2021. A parità di cambio il giro d’affari sarebbe aumentato del 9,1%.

In Ucraina, i danni economici e umanitari causati dall’invasione da parte della Russia sono stati ingenti. I danni alle abitazioni, infrastrutture e asset produttivi hanno comportato una drammatica riduzione della produzione di beni e servizi e un conseguente aumento dei costi per le imprese. Inoltre, si è assistito a un crollo degli investimenti privati e delle esportazioni. Le stime più recenti indicano che la contrazione del PIL per il 2022 sarà del 31,5%. Il generalizzato aumento dei prezzi, in particolare di quelli energetici, ha spinto l’inflazione oltre il 30%, dal 10% circa prima del conflitto. 
La nostra attività di produzione, anche nel quarto trimestre, è proseguita soltanto presso lo stabilimento di Volyn (nord-ovest del paese), mentre nel sito produttivo di Nikolayev (zona sud del paese) risulta ancora sospesa, a causa della carenza di domanda e dei rischi operativi legati alla vicinanza con i combattimenti. In dicembre, la già complessa situazione operativa è stata penalizzata da alcune interruzioni nella fornitura di energia elettrica. Il 2022 chiude, quindi, con volumi di vendita più che dimezzati, e prezzi in forte incremento, al traino dell’inflazione. 
I ricavi di vendita si sono attestati a 59,8 milioni, in diminuzione rispetto ai 127,0 milioni raggiunti nel 2021 (-53,0%). La perdita di valore della valuta locale (-5,5%) ha impattato negativamente sulla traduzione del fatturato in euro; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe diminuito del 50,4%.

In Russia, il PIL, contrattosi nettamente nel secondo trimestre e stabilizzatosi in quello successivo, risulta essere decisamente inferiore rispetto al livello precedente il conflitto con l’Ucraina. Le sanzioni hanno amplificato l’inflazione che, dopo aver superato la soglia del 20% in giugno, è calata al 12%.  
In seguito alla decisione assunta in maggio, di cessare ogni coinvolgimento operativo nell’attività della controllata SLK Cement, le informazioni a nostra disposizione riguardo l’andamento della domanda e del mercato delle costruzioni sono molto limitate. Nel 2022, le quantità vendute sono diminuite rispetto all’esercizio precedente. Il calo, tuttavia, è stato meno accentuato rispetto a quanto previsto inizialmente. I prezzi di vendita hanno mostrato un andamento favorevole. 
In tale contesto, i ricavi netti si sono attestati a 290,4 milioni, in aumento rispetto ai 207,4 milioni del precedente esercizio (+40,0%). L’apprezzamento del rublo (+15,3%) ha avuto un impatto favorevole sulla traduzione in euro del fatturato; a cambi costanti, i ricavi sarebbero aumentati del 18,6%.

Messico (valutazione al patrimonio netto)
Dopo la robusta crescita nei primi nove mesi del 2022, supportata dalla dinamica positiva nel settore dei servizi e dalla solidità della manifattura, l’attività economica ha mostrato alcuni segnali di rallentamento. Le esportazioni hanno perso trazione, principalmente a causa dell’indebolimento della domanda negli Stati Uniti, principale partner commerciale del paese. Anche nei comparti dell’industria mineraria e delle costruzioni, la produzione si è contratta. L’inflazione è rimasta diffusa ed elevata (+8,4% in ottobre) rendendo necessari interventi sia di politica monetaria che fiscale. In particolare, il Governo ha introdotto una serie di misure per limitare i rincari del carburante e per proteggere famiglie e imprese più vulnerabili. Gli investimenti pubblici sembrano al momento maggiormente orientati verso la spesa sociale, piuttosto che verso lo sviluppo infrastrutturale del paese.
Le vendite della nostra joint venture hanno chiuso il 2022 al di sotto del livello raggiunto lo scorso anno, seppur evidenziando un buon recupero a partire dal mese di agosto e durante l’intero quarto trimestre. I prezzi, in valuta locale, hanno confermato i livelli decisamente positivi già raggiunti nei primi nove mesi. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno, invece, mostrato un andamento più negativo, con prezzi in aumento (espressi in valuta locale). 
Con riferimento al 100% della joint venture, nel 2022 il fatturato ha raggiunto i 768,5 milioni, in aumento del 16,2% sull’esercizio precedente. L’apprezzamento del peso messicano (+11,7%) ha impattato favorevolmente sulla traduzione dei risultati in euro: a parità del tasso di cambio il fatturato sarebbe stato sostanzialmente stabile (+4,0%). 

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Nel 2022, l’economia brasiliana è prevista crescere a un ritmo moderato (+2,8%), grazie al buon andamento dell’attività nel settore manifatturiero e nei servizi. Anche le esportazioni, specialmente nel comparto agroalimentare, hanno mostrato un deciso progresso. Le politiche fiscali espansive messe in atto dal governo si sono prevalentemente concentrate su misure di sostegno a famiglie e imprese per contrastare il caro energia, oltre a un aumento dei fondi destinati al programma di assistenza sociale, sanitaria e occupazionale, Auxílio Brasil. L’inflazione, al 11,9% in giugno, è calata nella seconda parte dell’anno grazie sia alla discesa dei prezzi dei beni energetici, sia ai significativi sgravi fiscali, mantenendosi comunque elevata (8,2% in ottobre). Contestualmente, la Banca Centrale ha confermato l’orientamento restrittivo, nel tentativo di limitare gli impatti delle pressioni inflazionistiche sull’economia reale.  
Le vendite della nostra joint venture hanno chiuso il 2022 in apprezzabile miglioramento, con prezzi anch’essi in netto aumento. A parità di perimetro, tuttavia, i volumi sarebbero stati stabili rispetto al 2021. 
Il fatturato, riferito al 100% della joint venture, si è attestato a 400,2 milioni, in avanzamento (+57,9%) rispetto ai 253,4 milioni dell’esercizio precedente. Sulla traduzione dei risultati in euro ha impattato la rivalutazione del real brasiliano (+14,7%): a parità di cambio e perimetro, il fatturato sarebbe aumentato del 22,0%.

Previsione 2022
Nel quarto trimestre dell’anno appena concluso il contesto operativo è stato sfidante. L’elevata volatilità dei prezzi delle materie prime, energetiche in particolare, oltre agli ulteriori rialzi dei tassi di interesse, ha frenato la domanda, in particolare nei mercati dove tali dinamiche sono state più evidenti. Le modifiche incrementali dei prezzi di vendita, ottenute in alcuni mercati anche nel corso del quarto trimestre, hanno permesso di confermare un effetto prezzi sul fatturato consolidato che ha più che compensato l’effetto volumi sfavorevole. 
Per quanto riguarda i risultati economici, sulla base delle informazioni preliminari disponibili, prevediamo che il bilancio consolidato dell’esercizio 2022 si chiuderà con un margine operativo lordo ricorrente pari a circa 880 milioni di euro, migliore di quello comunicato a inizio novembre. Rispetto a quella previsione le variazioni favorevoli hanno riguardato l’Italia, favorita sia dal credito di imposta dedicato alle imprese energivore sia dall’effetto prezzi-costi sulla valutazione del magazzino, e gli Stati Uniti, dove l’ulteriore arrotondamento al rialzo dei prezzi di vendita nell’ultimo trimestre ha più che compensato la discesa dei volumi. 

Dando seguito alla comunicazione del 15 dicembre scorso, in data 28 gennaio 2023, abbiamo eseguito il rimborso anticipato del prestito obbligazionario “Buzzi Unicem Spa € 500.000.000 – 2,125% Notes due 28 April 2023”. 

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Indicatori alternativi di performance
Buzzi Unicem utilizza nell’informativa finanziaria alcuni indicatori alternativi di performance che, pur essendo molto diffusi, non sono definiti o specificati dai principi contabili. In conformità alla Comunicazione Consob n. 92543/2015 e gli orientamenti ESMA/2015/1415 comunichiamo di seguito la definizione degli indicatori utilizzati nella presente informativa.

Posizione finanziaria netta: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine; rientrano in tali voci tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle ad esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati ed i ratei.

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Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

 

Casale Monferrato, 9 febbraio 2023


Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Tel. +39 0142 416404
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