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30 marzo 2017

Approvati i risultati dell'esercizio 2016

Margine operativo lordo in aumento del 16,4% a 551 milioni (+77 milioni). Miglioramento del clima economico, costante attenzione all’efficienza gestionale ed andamento favorevole dei costi energetici alla base di questo soddisfacente sviluppo della redditività

Risultato operativo a 348 milioni (+84 milioni), grazie al decisivo progresso realizzato negli Stati Uniti ed alla variazione favorevole anno su anno di tutte le macro-regioni in cui il gruppo opera

Crescita dell’utile netto (+21 milioni) malgrado il peso di maggiori oneri finanziari (soprattutto senza manifestazione monetaria) ed imposte sul reddito (soprattutto differite)

Indebitamento netto pari a 942 milioni (-88 milioni), dopo investimenti per 236 milioni, di cui 77 milioni per progetti di espansione

Dividendo proposto: 10 centesimi per azione ordinaria e di risparmio (7,5 centesimi nel 2015 per entrambe le categorie)


Dati consolidati

                 
   2016
             
2015
              
% 16/15
Vendite di leganti         m ton         25,6                  25,6                  +0,3
Vendite di calcestruzzo         m m3         11,9                11,9               0,0
Fatturato         €m         2.669,3                2.662,1               +0,3
Margine Operativo Lordo         €m         550,6               473,2                +16,4
Margine Operativo Lordo ricorrente         €m         550,7               478,8                +15,0
Utile netto         €m         148,7                128,1                 +16,1
Utile degli azionisti         €m         145,9                  125,3               +16,4
                    Dic 16                Dic 15                Var.
Indebitamento netto         €m         941,6                  1.029,7               (88,2)

 

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei bilanci civilistico e consolidato dell’esercizio 2016.

L’economia mondiale è stata caratterizzata da una moderata continuazione della crescita, in ripresa più accentuata nella seconda parte del 2016. L’intensità dello sviluppo si è andata gradualmente rafforzando dall’estate, dopo un primo semestre senza particolare vigore, soprattutto grazie ai recuperi delle economie avanzate e con un lieve miglioramento di quelle emergenti. Il commercio internazionale, in ristagno ad inizio anno, ha successivamente mostrato una modesta espansione, sospinto dagli scambi delle economie in via di sviluppo, ma con rallentamenti nelle economie mature, che hanno risentito dell’indebolimento degli investimenti.
Negli Stati Uniti d’America, una prima parte del periodo sottotono, con il trimestre invernale inferiore alle attese ed il ristagno degli investimenti, ha provocato il consolidamento della ripresa, comportando una crescita del prodotto, per l’esercizio nel suo complesso, ben al di sotto del 2015. La forte accelerazione realizzata nei mesi estivi, grazie al contributo delle esportazioni nette, all’espansione dei consumi privati e con il mercato del lavoro prossimo alla piena occupazione, ha comunque comprovato la solidità della dinamica di fondo della crescita.
In Europa, grazie alla spinta delle componenti interne della domanda, l’espansione economica è proseguita ad un ritmo moderato ma in graduale progresso. Le condizioni finanziarie favorevoli ed il miglioramento della redditività delle imprese hanno promosso una ripresa degli investimenti, mentre gli incrementi dell’occupazione hanno fornito sostegno ai consumi privati attraverso l’aumento del reddito disponibile reale delle famiglie. La crescita è stata tuttavia frenata dalla lenta attuazione delle riforme strutturali e dagli aggiustamenti dei bilanci di alcuni paesi dell’Unione. L’interscambio con l’estero si è mantenuto debole, anche se, a fine anno, si è determinata una lieve ripresa della domanda sia delle economie emergenti, Cina e Russia in particolare, sia dei Paesi maturi.
In Italia, dopo una accelerazione nel trimestre estivo, la ripresa dell’economia è proseguita ad un ritmo più contenuto, sospinta dall’incremento degli investimenti, che rimangono comunque su livelli molto bassi, e dalla espansione dei consumi. L’attività industriale ha consolidato il ritmo di crescita grazie al buon andamento dell’industria manifatturiera e del commercio al dettaglio, mentre il valore aggiunto è lievemente peggiorato nel settore edilizio. Le esportazioni, piuttosto stazionarie nel periodo estivo, hanno mostrato a fine anno qualche recupero e miglioramento di prospettiva, in particolare verso i paesi extra UE. La crescita del prodotto, anche nell’anno in corso, ha purtroppo riaffermato un ritmo decisamente più lento rispetto agli altri paesi dell’Unione.
La crescita nei paesi emergenti è proseguita con andamenti differenziati: piuttosto stabile in Cina; in espansione a ritmi elevati in India; conferma della severa fase recessiva in Brasile, mentre in Russia, grazie anche alla ripresa dei corsi petroliferi, si è attenuata la flessione del prodotto, consolidando la prospettiva di un ritorno alla crescita.
L’inflazione nelle economie avanzate è risalita lievemente, principalmente per il rimbalzo dei prodotti energetici, mentre non vi sono ancora segnali convincenti riguardo la reale tendenza sottostante; nel gruppo BRIC, per contro, il tasso di aumento dei prezzi è diminuito. Dalla fine di novembre le quotazioni del petrolio sono salite a seguito dell’accordo su un taglio della produzione, cui hanno aderito i paesi OPEC ed alcuni paesi non OPEC, come la Russia; in considerazione della debolezza della domanda e considerando una possibile ripresa della produzione in Stati Uniti, dove il numero di nuove trivellazioni è tornato a crescere dall’estate, gli effetti sulle quotazioni potrebbero rivelarsi temporanei. In dicembre la Federal Reserve ha innalzato di 25 punti base l’intervallo obiettivo per il tasso sui federal funds e le aspettative per un aumento dei tassi negli Stati Uniti si sono accentuate, riflettendo la prospettiva di un’espansione di bilancio da parte della nuova amministrazione. Il Consiglio direttivo della BCE ha esteso la durata del programma di acquisto titoli per garantire condizioni espansive adeguate ad assicurare l’aumento dell’inflazione; anche nei paesi emergenti l’intonazione della politica monetaria è rimasta accomodante.

Esaminando più da vicino i nostri mercati di riferimento, segnaliamo che gli investimenti in costruzioni, a cui la domanda di cemento e calcestruzzo è strettamente correlata, negli Stati Uniti hanno confermato la fase espansiva, particolarmente nel comparto dell’edilizia commerciale, ma ad un ritmo più regolare rispetto alle accelerazioni del biennio 2014-2015; in Germania, il recupero dell’attività edilizia è risultato migliore delle attese. In Italia, gli investimenti in costruzioni hanno presentato, nell’insieme, un leggero segno positivo, più robusto solo nella riqualificazione degli immobili residenziali. Tra le nazioni dell’Europa Orientale, l’andamento del settore costruzioni è stato sostenuto in Polonia e Repubblica Ceca, in Russia ha presentato un profilo debole ed ancora in flessione, mentre in Ucraina, dopo un biennio di pesanti riduzioni, gli investimenti sono tornati a crescere, seppure in misura modesta.

Nell’esercizio appena concluso, il gruppo ha venduto 25,6 milioni di tonnellate di cemento (+0,3% rispetto al 2015) e 11,9 milioni di metri cubi di calcestruzzo preconfezionato (come nel 2015).
Nei vari mercati di presenza, l’esercizio 2016 è stato caratterizzato da condizioni operative differenziate tra loro. In Italia, si è confermata la modesta crescita dell’attività economica, stimolata dal riavvio degli investimenti e dalla espansione della domanda interna e nonostante la ripresa nel trimestre estivo, la crescita del prodotto nel complesso dell’anno è rimasta più debole rispetto agli altri paesi europei, frenata dalle incerte prospettive della domanda. Tutti i principali settori di attività hanno contribuito all’espansione economica, ad eccezione delle costruzioni, dove la lieve ripresa nel comparto residenziale si è accompagnata alla persistente debolezza in quello dei lavori pubblici. La riforma del codice degli appalti ha impattato negativamente sull’apertura di nuovi cantieri, deludendo le aspettative anche solo di una stabilizzazione nei consumi di cemento, che hanno chiuso l’anno ancora in calo.
Nei paesi dell’Europa Centrale, la ripresa economica ha continuato ad essere sostenuta dall’andamento occupazionale, dalla crescita del reddito disponibile e dagli incrementi della spesa pubblica. La solidità della domanda interna ha bilanciato gli andamenti più deboli delle esportazioni nette ed il settore delle costruzioni ha manifestato interessanti spunti di avanzamento complessivo.
Gli sviluppi nelle nazioni dell’Europa Orientale, hanno continuato ad essere difformi. In Russia, il quadro economico si è irrobustito grazie al deciso miglioramento della produzione industriale ed all’accelerazione della domanda interna. La dinamica recessiva si è gradualmente attenuata, anche grazie alla ripresa dei corsi petroliferi, ma gli investimenti in edilizia, e il conseguente consumo di cemento nel Paese, hanno mantenuto un profilo debole anche nel 2016. In Polonia, dove lo sviluppo dell’economia ha consolidato un ulteriore progresso, gli investimenti in costruzioni ed il consumo di cemento nel Paese hanno mantenuto un profilo espansivo. In Repubblica Ceca la prosecuzione della positiva fase congiunturale ha permesso di confermare i buoni livelli degli investimenti in costruzioni e di consumo di cemento realizzati nell’anno precedente. In Ucraina si sono concretizzati segnali di stabilizzazione e di avvio verso un ciclo di crescita economica; gli investimenti in costruzioni, dopo i pesanti cali del recente passato, hanno ripreso un percorso di sviluppo positivo.
Negli Stati Uniti, l’espansione dei consumi interni e le robuste esportazioni nette hanno stabilizzato la ripresa, anche se il ristagno degli investimenti ne ha rallentato il tasso di crescita. Il settore delle costruzioni ha confermato uno sviluppo positivo, ma ad un ritmo meno intenso rispetto all’anno precedente; l’andamento dei consumi di cemento nel Paese è variato di conseguenza.
Il fatturato consolidato è aumentato di 0,3%, da 2.662,1 a 2.669,3 milioni; le variazioni di perimetro hanno avuto un effetto negativo di 10,0 milioni e l’effetto cambio ha inciso sfavorevolmente per 27,4 milioni; a parità di condizioni il fatturato sarebbe aumentato del 1,7%. Il margine operativo lordo è salito da 473,2 a 550,6 milioni, +16,4% rispetto all’anno precedente. L’effetto cambio è stato negativo per 5,8 milioni. Il dato dell’esercizio in esame comprende costi non ricorrenti netti per 0,1 milioni, di cui con segno positivo 3,4 milioni per plusvalenze su cessione di attività fisse, e con segno negativo 1,9 milioni relativi a costi di smantellamento, 1,2 milioni per accantonamento al fondo controversie fiscali e 0,4 milioni per oneri di ristrutturazione. Nel 2015 si erano sostenuti costi non ricorrenti netti per 5,6 milioni. Escludendo le componenti non ricorrenti, il margine operativo lordo è passato da 478,8 a 550,7 milioni (+15,0%), con un’incidenza sul fatturato del 20,6% (18,0% nel 2015). Determinante è stato il progresso degli Stati Uniti d’America accompagnato da un miglioramento dei risultati in Europa Centrale. In Europa Orientale, il margine lordo si è complessivamente rafforzato, nonostante l’effetto cambio sfavorevole, grazie ai progressi in Ucraina, Repubblica Ceca e Polonia che hanno più che compensato la flessione in Russia. In Italia, sebbene si sia verificato un apprezzabile miglioramento sullo scorso esercizio, il flusso di cassa operativo è rimasto negativo.
Gli ammortamenti e le svalutazioni sono ammontati a 202,6 milioni, contro i 209,2 milioni dell’esercizio precedente. Il dato dell’esercizio in esame comprende perdite di valore sulle attività fisse pari a 5,5 milioni (erano 14,1 milioni nell’esercizio precedente) dovute principalmente a svalutazioni di immobilizzazioni tecniche in Italia e Repubblica Ceca. Il risultato operativo si è attestato a 348,0 milioni rispetto a 264,0 milioni nel 2015. Gli oneri finanziari netti sono passati da 105,1 a 147,2 milioni, principalmente per l’evoluzione delle voci non monetarie che rientrano in questa categoria, in modo particolare la valutazione degli strumenti finanziari derivati. Le plusvalenze da realizzo partecipazioni hanno offerto un contributo di 0,2 milioni, mentre i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto, tra le quali spicca la nostra collegata operante in Messico, hanno migliorato l’apporto sull’esercizio precedente (79,9 milioni rispetto a 57,4 milioni nel 2015). Per effetto di quanto esposto, l’utile ante imposte si è attestato a 280,9 milioni contro 222,1 milioni del 2015. Il carico fiscale dell’esercizio, nominalmente pari al 47% circa, è stato soprattutto influenzato da valutazioni delle imposte differite attive su perdite fiscali di alcune giurisdizioni, che sono slegate dal risultato imponibile del periodo. Pertanto, dopo imposte sul reddito per 132,2 milioni (erano 94,0 milioni nel 2015) il conto economico dell’esercizio 2016 si è chiuso con un utile di 148,7 milioni (128,1 milioni nel 2015). Il risultato attribuibile agli azionisti della società è passato da 125,3 milioni nel 2015 a 145,9 milioni nell’esercizio in esame.

Il flusso di cassa dell’esercizio 2016, al lordo delle voci non ricorrenti positive e/o negative, è stato pari a 351,3 milioni, rispetto a 337,3 milioni nel 2015. L’indebitamento finanziario netto del gruppo al 31 dicembre 2016 si è attestato a 941,6 milioni, in riduzione di 88,2 milioni rispetto a 1.029,7 milioni di fine 2015. Nell’esercizio appena trascorso, il gruppo ha distribuito dividendi per 15,4 milioni ed ha pagato investimenti industriali per complessivi 236,4 milioni, di cui 76,8 milioni destinati a progetti di incremento della capacità produttiva o speciali, quasi interamente riferiti all’espansione della cementeria di Maryneal (Texas). Da segnalare, inoltre, che tra le componenti passive dell’indebitamento netto è compreso il valore dell’opzione “cash settlement” abbinata al prestito obbligazionario convertibile in essere, per un importo pari a 105,4 milioni (47,7 milioni a fine 2015).

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016, inclusa la quota spettante agli azionisti terzi, si è attestato a 2.806,9 milioni contro 2.579,4 milioni di fine 2015; pertanto il rapporto indebitamento netto/patrimonio netto è diminuito a 0,34 contro 0,40 del precedente esercizio.

La società capogruppo Buzzi Unicem SpA ha chiuso l’esercizio con una perdita netta di 46,4 milioni di euro (perdita netta di 58,5 milioni nel 2015) ed un flusso di cassa negativo di 17,3 milioni.

Italia
Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker sono risultate in diminuzione del 6,2%, penalizzate da una netta riduzione delle esportazioni. I prezzi di vendita non hanno presentato variazioni di rilievo nel confronto anno su anno (-0,8%). Nel settore del calcestruzzo preconfezionato l’andamento delle vendite è risultato in crescita (+8,2%), favorito dalla variazione positiva di perimetro conseguente all’aggregazione aziendale avvenuta nell’area di Milano metro, con prezzi allo stesso livello dell’anno precedente (+0,4%). Tale andamento di volumi e prezzi ha generato un fatturato pari a 375,2 milioni, in calo di 1,6% (381,1 milioni nel 2015). I costi unitari di produzione, grazie al favorevole andamento dei combustibili che ha più che bilanciato l’aumento dell’energia elettrica, e costi fissi sotto controllo, hanno presentato un marginale calo. L’impatto delle perdite su crediti nel settore calcestruzzo preconfezionato, che era stato significativo nel 2015, è rientrato su livelli più sostenibili nel corrente esercizio (2,3 milioni rispetto a 6,4 milioni). Il margine operativo lordo è rimasto in territorio negativo, a -22,2 milioni (-37,2 milioni nel 2015). Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio in esame comprende costi non ricorrenti per 1,2 milioni costituiti da accantonamenti al fondo controversie fiscali (erano 0,7 milioni nel 2015). Il margine operativo lordo ricorrente si è attestato, quindi, a  -21,1 milioni rispetto a -36,5 milioni nel 2015. Si rammenta infine che nell’esercizio sono stati realizzati altri ricavi operativi per 2,9 milioni derivanti da vendite e trasferimenti interni di quote emissione CO2 (erano 0,6 milioni nel 2015).

Europa Centrale
In Germania le nostre consegne di leganti idraulici, grazie al ritmo più robusto del secondo semestre, hanno chiuso con un aumento del 3,4%, peraltro caratterizzato da prezzi medi tendenzialmente deboli (-2,4%). La domanda di oil-well cement, in flessione nel complesso dell’anno, ha comunque manifestato incoraggianti recuperi nell’ultimo trimestre. I volumi di produzione del settore calcestruzzo preconfezionato hanno registrato uno sviluppo abbastanza coerente (+1,6%), con prezzi in calo marginale (-0,5%). Il fatturato complessivo è così passato da 573,6 a 572,4 milioni (-0,2%) ed il margine operativo lordo è aumentato da 72,1 a 76,8 milioni (+6,6%). A parità di perimetro il fatturato sarebbe aumentato di 0,6% e il margine operativo lordo di 6,1%. I costi unitari di produzione hanno presentato qualche riduzione, grazie agli andamenti favorevoli dei combustibili e dell’energia, che hanno più che bilanciato gli incrementi dei costi fissi. Si rammenta infine che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi per 1,2 milioni per diritti di emissione CO2, acquistati da società del gruppo (3,1 milioni nel 2015).

In Lussemburgo e Paesi Bassi le nostre vendite di cemento, compresi i trasferimenti infragruppo e le esportazioni, grazie al buon andamento nel mercato domestico ed al sostegno delle esportazioni, hanno realizzato una solida crescita (+8,2%) con ricavi medi unitari in lieve deterioramento (-3,9%). La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha confermato i buoni livelli dell’anno precedente (+0,3%), in un contesto di prezzi favorevoli (+2,6%). Il fatturato è stato pari a 175,6 milioni, in aumento del 3,9% rispetto all’esercizio precedente (169,0 milioni). Il margine operativo lordo si è attestato a 25,8 milioni (19,7 milioni nel 2015). I costi unitari di produzione hanno presentato un andamento favorevole, grazie all’evoluzione dei fattori energetici e la stabilità delle voci fisse e generali di fabbrica. Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio in esame comprende proventi non ricorrenti netti per 2,9 milioni, di cui 3,4 milioni per plusvalenze su cessione di attività fisse e 0,4 milioni per oneri di ristrutturazione, mentre il risultato 2015 comprendeva oneri netti non ricorrenti per 0,5 milioni. Al netto degli effetti non ricorrenti il margine operativo lordo ha mostrato un miglioramento di 2,7 milioni.

Europa Orientale
In Polonia, le quantità vendute, in accelerazione nella seconda parte dell’anno, hanno segnato un robusto incremento (+11,9%), peraltro accompagnato da prezzi medi in valuta locale inferiori a quelli dell’anno precedente (-8,6%). La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha mostrato anch’essa una tendenza positiva, segnando un incremento del 6,6%, in uno scenario di prezzi migliori (+3,5%). Il fatturato penalizzato dal deprezzamento dello zloty, è passato da 96,8 a 95,0 milioni (-1,8%); a parità di cambio la variazione di fatturato sarebbe stata di +2,4%. Il margine operativo lordo è migliorato da 21,9 a 23,4 milioni (+6,6%), con una redditività caratteristica in aumento, dal 22,7% al 24,6%. Da segnalare il beneficio ottenuto nei costi unitari di produzione in valuta locale, per la diminuzione di combustibili ed energia elettrica e, nel caso dei costi fissi, grazie alla leva operativa. Si rammenta infine che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi per 1,1 milioni per diritti di emissione CO2, acquistati da società del gruppo.

In Repubblica Ceca le nostre vendite di cemento hanno superato del 4,4% i buoni risultati raggiunti nell’anno precedente, con prezzi medi espressi in valuta locale, in marginale flessione (-0,8%). Il settore del calcestruzzo preconfezionato, che comprende anche la Slovacchia, ha realizzato livelli di produzione inferiori (-5,3%) ma ad un prezzo medio più elevato (+2,7%). I ricavi netti consolidati si sono quindi confermati a 136,2  milioni (135,6 milioni nel 2015, +0,4%), ed il margine operativo lordo è passato da 32,6 a 34,3 milioni (+5,2%). La redditività caratteristica è migliorata dal 24,0% al 25,2%. Il rafforzamento della corona ceca ha avuto un lieve impatto favorevole sulla traduzione dei risultati in euro; al netto dell’effetto cambio e di perimetro, la variazione del fatturato e del margine operativo sarebbe stata rispettivamente +3,9% e +5,1%. I costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, hanno avuto andamento migliorativo, grazie alla diminuzione dei combustibili e dell’energia che ha compensato gli incrementi dei principali costi fissi. Si rammenta infine che nell’esercizio sono stati realizzati altri ricavi operativi per 0,1 milioni derivanti da vendite a società del gruppo di quote emissione CO2 (1,2 milioni nel 2015).

In Ucraina, le quantità di cemento vendute dai nostri impianti industriali, in regolare andamento produttivo, sono risultate in progresso rispetto all’esercizio precedente (+4,0%), in una situazione di prezzi in valuta locale in forte risalita (+30,2%). Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato, per quanto poco significative, sono state anch’esse in espansione (+8,4%), con prezzi medi in valuta locale che hanno seguito l’inflazione. I ricavi netti di vendita hanno chiuso a 79,8 milioni, rispetto a 69,8 milioni raggiunti nel 2015 (+14,3%). Il margine operativo lordo si è attestato a 12,8 milioni contro 4,0 milioni del 2015, con una redditività caratteristica in avanzamento (16,1% rispetto a 5,7% nel 2015). La traduzione dei risultati in euro è stata penalizzata dal continuo deprezzamento della valuta locale: a parità di cambi il fatturato sarebbe aumentato di 33,2% ed il margine operativo aumentato di 10,9 milioni. La crescita dei costi unitari di produzione espressi in valuta locale, in modo particolare dei combustibili e dell’energia elettrica, ha rispecchiato il tasso d’inflazione del Paese.

In Russia, i nostri volumi di vendita sono andati migliorando nella seconda parte dell’anno ed hanno chiuso l’intero periodo con una leggera flessione sull’anno precedente (-1,0%). I prezzi medi in valuta locale si sono mantenuti stabili (+0,2%). La categoria dei cementi “oil well”, dedicati al settore estrattivo, grazie alla ripresa della domanda nell’ultimo trimestre, ha chiuso l’anno in crescita. I ricavi netti si sono attestati a 154,4 milioni, rispetto a 166,7 milioni del precedente esercizio (-7,4%). La svalutazione del rublo ha inciso negativamente sul fatturato per 13,8 milioni; a cambi costanti, i ricavi sarebbero aumentati di 0,9%. Il margine operativo lordo si è fermato a 43,2 milioni contro i 48,4 milioni del 2015, in flessione quindi del 10,7%; espresso in valuta locale avrebbe realizzato una diminuzione di 2,7%. Le nostre attività nel Paese, ancorché penalizzate in valore assoluto dall’effetto cambio, hanno comunque mantenuto una redditività caratteristica di assoluto rispetto nell’ambito del gruppo (28,0%). I costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, sono saliti meno dell’inflazione, con sostanziale stabilità dei combustibili e variazione sfavorevole dell’energia elettrica.

Stati Uniti d’America
Le vendite di leganti idraulici del gruppo, dopo il brillante avvio d’anno ed il calo evidente nei mesi estivi, per l’intero esercizio hanno confermato una leggera flessione (-1,7%), con debolezza più marcata della domanda in Texas, in particolare l’area di Houston, la cui economia è molto influenzata dall’andamento del prezzo del petrolio. Le consegne dei prodotti speciali “oil well”, sebbene ancora in contrazione nei 12 mesi, hanno evidenziato segnali di recupero verso l’inizio dell’inverno. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente nel Texas, ha sofferto sia per il meteo sfavorevole sia, di riflesso, per la crisi dell’industria estrattiva, chiudendo in diminuzione del 9,8% rispetto all’esercizio precedente. La dinamica dei prezzi di vendita in valuta locale è stata favorevole, dando luogo ad una variazione più evidente nel settore cemento (+5,3%) rispetto al settore calcestruzzo preconfezionato (+2,1%). Il fatturato complessivo è passato da 1.108,7 a 1.117,8 milioni di euro (+0,8%), abbinato ad uno sviluppo del margine operativo lordo più evidente, da 311,7 a 356,5 milioni di euro (+14,4%). Le variazioni avvenute nel tasso di cambio del dollaro sono state poco significative. Il dato dell’esercizio comprende peraltro costi non ricorrenti pari a 1,9 milioni per smontaggio e smantellamento impianti (erano 4,5 milioni i costi non ricorrenti nel 2015). Al netto dell’effetto cambio e delle voci non ricorrenti, la variazione del fatturato e del margine operativo lordo sarebbe stata rispettivamente +0,6% e +13,1%. La redditività caratteristica si è rafforzata, passando dal 28,5% al 32,1%. I costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, si sono mantenuti piuttosto stabili, con andamento favorevole dei combustibili e l’energia elettrica invariata.

Messico (valutazione al patrimonio netto)
Le vendite di cemento della collegata Corporación Moctezuma hanno leggermente superato i volumi, già molto elevati, raggiunti nell’anno precedente, con prezzo medio in valuta locale in solido rafforzamento. La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha sviluppato un profilo chiaramente più debole, ma con prezzi, sempre in valuta locale, visibilmente in crescita. Fatturato e margine operativo lordo, espressi in valuta locale, hanno registrato rispettivamente un incremento del 14,2% e del 34,4%. La perdita di valore del peso messicano (-17,3%) ha penalizzato la traduzione dei risultati in euro: con riferimento al 100% della collegata, il fatturato si è attestato a 609,0 milioni (-2,7%), ma il margine operativo lordo è comunque migliorato da 256,1 a 293,4 milioni (+14,6%). I costi unitari di produzione hanno tratto beneficio dalla tendenza favorevole dei fattori energetici e dalla ridotta incidenza delle spese fisse per l’elevato utilizzo della capacità. Nel mese di novembre è entrata in funzione la seconda linea della cementeria di Apazapan (Veracruz), che ha portato la capacità produttiva annuale dello stabilimento a 2,8 milioni di tonnellate.
La quota di risultato riferita al Messico, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto ammonta a 65,6 milioni (54,4 milioni nel 2015).

Evoluzione prevedibile della gestione
In Italia, secondo recenti stime elaborate dall’associazione di settore, i consumi di cemento del 2017, nella migliore delle ipotesi, dovrebbero risultare in linea con l’anno precedente. La struttura di produzione continua ad essere molto frammentata e sarebbero necessarie operazioni di consolidamento tra i diversi attori per raggiungere finalmente un migliore equilibrio tra domanda ed offerta. Già nella seconda parte dell’esercizio 2016 abbiamo assistito ad una brusca inversione di tendenza per quanto riguarda l’andamento dei costi, soprattutto energetici, il cui impatto sarà chiaramente visibile nell’esercizio in corso. Riteniamo che attraverso un maggiore livello di attività nel settore calcestruzzo preconfezionato, dovuto all’ampliamento di perimetro, ed una possibile risalita dei prezzi dopo quattro anni di graduale discesa, i nostri risultati continuino progressivamente a migliorare, senza tuttavia riuscire a raggiungere il punto di pareggio.
In Europa Centrale, le condizioni di mercato dovrebbero rimanere abbastanza simili a quelle dell’esercizio appena trascorso, quindi prevediamo un effetto volumi favorevole, variazioni poco significative dei prezzi e risultati in leggero miglioramento.
L’evoluzione prevedibile in Polonia è quella di una domanda sempre solida, che dovrebbe sostenere un’inversione di tendenza nell’andamento dei prezzi, dopo le recenti diminuzioni, e quindi tradursi in una redditività operativa simile all’esercizio precedente.
In Repubblica Ceca stimiamo una sostanziale stabilità delle condizioni di mercato, con possibili miglioramenti nei costi variabili e di struttura ed una conseguente conferma o lieve miglioramento dei risultati operativi.
In Ucraina, sebbene le prospettive di sviluppo economico siano chiaramente influenzate dal progredire delle riforme, e quindi incerte, è ragionevole attendersi un miglioramento dei volumi in linea con il 2016 ed un ulteriore incremento di prezzo significativo, nel tentativo di contrastare un andamento dei costi energetici che si prevede molto sfavorevole. Supponendo che la valuta locale si stabilizzi nei confronti dell’euro, i risultati caratteristici si profilano analoghi o leggermente inferiori all’anno precedente.
In Russia la situazione dell’economia mostra segnali incoraggianti di ripresa. La domanda di cemento, dopo due anni di rallentamento, dovrebbe stabilizzarsi. Il potere di acquisto del rublo è ancora debole rispetto a tre anni fa ma il suo rafforzamento relativo, se confermato, lascia prevedere livelli di risultati operativi, espressi in euro, migliori dell’anno precedente.
Il ritmo della ripresa negli Stati Uniti d’America si mantiene robusto, rafforzando le aspettative di sviluppo degli investimenti in costruzioni e della domanda di cemento. In questo contesto favorevole, nonostante alcune difficoltà sull’evoluzione del mercato in Texas, anche la variabile prezzi può essere prefigurata in crescita con sufficiente ottimismo, peraltro in uno scenario di inflazione dei costi energetici intorno al 10%. Ci attendiamo quindi un risultato in miglioramento, che rifletterà anche il contributo della maggiore efficienza produttiva a Maryneal (Texas) per il complesso dell’anno.

Le considerazioni sopra esposte delineano per l’anno in corso un livello di redditività in crescita negli Stati Uniti d’America e risultati in leggero miglioramento in Europa Centrale ed Orientale. In Italia, l’andamento economico sarà condizionato dalla domanda ancora fiacca e dalla risalita dell’inflazione di settore. In conclusione, stimiamo che a livello consolidato il margine operativo lordo ricorrente dell’intero 2017 possa esprimere una variazione favorevole rispetto all’esercizio precedente compresa tra il 5% ed il 10%.

All’Assemblea degli Azionisti, fissata in prima convocazione per il giorno 12 Maggio 2017, sarà proposta:
- la copertura della perdita d’esercizio mediante utilizzo della riserva “Utili portati a nuovo”;
- la distribuzione di un dividendo di 0,10 euro per ogni azione ordinaria e per ogni azione di risparmio, tramite prelievo da riserve disponibili.
La misura del dividendo è uguale per entrambe le categorie di azioni in quanto derivante da riserve disponibili come previsto dall’art. 28 dello Statuto. Il pagamento del dividendo, se approvato dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 24 maggio 2017 (con data stacco 22 maggio 2017 e “record date” 23 maggio 2017).

L’Assemblea è stata altresì convocata per:
- il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale
- assumere le necessarie deliberazioni in merito alla relazione sulla remunerazione predisposta ai sensi dell’art. 123 ter del D.Lgs. n. 58/1998.
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì convocato per il giorno 12 Maggio 2017 in unica convocazione l’Assemblea speciale degli Azionisti di risparmio per la nomina del rappresentante comune.

Azioni proprie
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, ha deciso di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti la proposta di autorizzazione (con correlativa revoca per la parte non utilizzata dell'analoga autorizzazione adottata il 6 maggio 2016) all’acquisto di ulteriori massime n. 4.000.000 di azioni ordinarie e/o di risparmio. L’autorizzazione è richiesta, altresì, per la disposizione delle azioni proprie detenute dalla società.
La proposta di autorizzazione all’acquisto nonché alla disposizione di azioni proprie è motivata dalla finalità di consentire alla società di intervenire nell’eventualità di oscillazioni delle quotazioni delle azioni della società al di fuori delle normali fluttuazioni del mercato azionario, nei limiti in cui ciò sia conforme alla normativa vigente o a prassi di mercato ammesse, nonché di dotare la società di uno strumento di investimento della liquidità. E’ altresì motivata dal fine di consentire alla società di procedere all’acquisto di azioni proprie anche al fine di disporne come corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari già emessi o di futura eventuale emissione, o per l’eventuale distribuzione, a titolo oneroso o gratuito, a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società del gruppo nonché per eventuali assegnazioni gratuite ai soci.
L’autorizzazione è richiesta per la durata di diciotto mesi a far data dall’approvazione dell’assemblea.
Il corrispettivo proposto per l’acquisto è compreso tra un minimo per azione di euro 0,60, pari al valore nominale, ed un massimo per azione di euro 17 relativamente alle azioni di risparmio e di euro 30 relativamente alle azioni ordinarie, ovvero al prezzo più elevato consentito dalle prassi di mercato approvate da Consob, qualora tali prassi venissero adottate dalla società.
Il controvalore massimo utilizzabile previsto per l’acquisto è pari a 120 milioni di euro.
Gli acquisti di azioni proprie verranno effettuati sul mercato, secondo le modalità operative stabilite nel regolamento di Borsa Italiana. La società potrà anche avvalersi delle modalità previste dalle prassi di mercato approvate da Consob.
Le operazioni di disposizione delle azioni proprie potranno avvenire in qualsiasi momento, in tutto o in parte, in una o più volte, sia mediante alienazione con corrispettivo in denaro sia quale corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari già emessi o di futura eventuale emissione, nonché per l’eventuale distribuzione a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società controllate ai sensi dell'art. 2359 del codice civile ovvero per eventuali assegnazioni ai soci, anche sotto forma di dividendo.
A valere sulla precedente autorizzazione rilasciata dall’assemblea ordinaria del 6 maggio 2016, sino alla data odierna non sono state effettuate operazioni di acquisto o vendita di azioni proprie.
Alla data odierna la società detiene n. 500.000 azioni proprie ordinarie e n. 29.290 azioni proprie di risparmio, pari allo 0,26% dell’intero capitale sociale.

Corporate Governance
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la relazione annuale sul governo societario e gli assetti proprietari, che verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla messa a disposizione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2016.
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì valutato la sussistenza dei requisiti di indipendenza di cui al Codice di Autodisciplina di Borsa (così come applicati dalla società secondo quanto indicato nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari), in capo ai consiglieri Oliviero Maria Brega, York Dyckerhoff, Elsa Fornero, Aldo Fumagalli Romario, Linda Orsola Gilli, Gianfelice Rocca e Maurizio Sella.

Rinnovo deleghe per aumenti capitale ed emissione obbligazioni convertibili
Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea straordinaria degli Azionisti il rinnovo per 5 anni delle deleghe agli amministratori:
- per aumenti di capitale per un importo massimo di nominali 25 milioni di euro, anche in deroga al diritto di opzione;
- per emettere obbligazioni convertibili e/o con warrant per un importo di massimi 300 milioni di euro, anche in deroga al diritto di opzione;
- per aumenti di capitale, anche a servizio dell’emissione di obbligazioni convertibili e/o con warrant, con esclusione del diritto di opzione nel limite del 10% del capitale sociale, per un ulteriore importo massimo di nominali 12 milioni di euro.

Prestiti obbligazionari
Nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre, a fine aprile 2016, è stata completata l’emissione del prestito obbligazionario “Buzzi Unicem S.p.A. €500.000.000 – 2,125% Notes due 28 April 2023” per un importo nominale di 500 milioni di euro e durata 7 anni. Le obbligazioni, collocate esclusivamente presso investitori qualificati, hanno un taglio minimo di euro 100.000 e pagano una cedola annua fissa del 2,125%.
Nei 18 mesi successivi al 31 dicembre 2016 non sono previsti rimborsi in linea capitale di prestiti obbligazionari.


Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Silvio Picca, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Tel. +39 0142 416 404
Email: icolla@buzziunicem.it

I risultati del bilancio 2016 saranno illustrati nel corso di una conference call che si terrà giovedì, 30 marzo alle ore 16:30. Per partecipare comporre il n. +39 02 805 88 11.