Andamento gestionale al 30 settembre 2024
Volumi di vendita cemento e calcestruzzo in calo rispettivamente del 6,4% e del 7,6%, penalizzati dal contesto di mercato sfidante in Europa Centrale e dal mancato recupero in Italia e Stati Uniti durante i mesi estivi
Ricavi netti consolidati nei primi nove mesi dell’anno pari a 3.184,3 milioni, in arretramento del 2,5% a parità di perimetro e tassi di cambio
Si mantiene favorevole la variazione dei prezzi di vendita e quella dei principali costi variabili, nella maggior parte dei mercati di presenza
Per l’intero 2024, attesa di risultati operativi simili ma non superiori rispetto ai livelli record dello scorso anno, al netto delle variazioni di perimetro
Dati Consolidati | Gen-Set 2024 | Gen-Set 2023 | 24/23 | |
Vendite di cemento | t/000 | 18.844 | 20.130 | -6,4% |
Vendite di calcestruzzo | m3/000 | 7.154 | 7.742 | -7,6% |
Ricavi netti | €/m | 3.184 | 3.303 | -3,6% |
| Set 24 | Dic 23 | Var. | |
Posizione finanziaria netta positiva | €/m | 1.001 | 798 | 203 |
Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi SpA si è riunito in data odierna per esaminare l’andamento economico del gruppo da gennaio a settembre 2024 e la posizione finanziaria netta a fine settembre.
Nel terzo trimestre, i volumi di vendita hanno registrato una dinamica sfavorevole, evidenziando tuttavia un progressivo miglioramento rispetto a quanto osservato nella prima parte dell’anno. Tale andamento è da ricondursi principalmente alla persistente debolezza della domanda in Europa Centrale, oltre che al prolungato rallentamento in Italia e Stati Uniti; invece, lo sviluppo delle consegne è stato positivo in Polonia e Repubblica Ceca. A livello consolidato, nei primi nove mesi dell’anno, i volumi di vendita si sono contratti rispettivamente del 6,4% per il cemento e del 7,6% per il calcestruzzo preconfezionato. Per contro, i prezzi di vendita non hanno subito variazioni di rilievo nel trimestre, ad eccezione del ribilanciamento della strategia commerciale in Polonia e un moderato rafforzamento in Italia.
Dopo un secondo trimestre oltre le previsioni, l’attività economica globale ha decelerato a partire da luglio. I più recenti indicatori, infatti, evidenziano un andamento ancora piuttosto debole nel comparto manifatturiero, mentre il settore terziario, seppure ancora in avanzamento, sta registrando tassi di espansione più contenuti. Il volume degli scambi internazionali ha seguito una simile dinamica, con dati sugli ordinativi esteri in chiaro peggioramento nei mesi estivi. A complicare ulteriormente lo scenario, le crescenti tensioni geopolitiche, soprattutto in aree critiche per il commercio e la produzione di energia, mantengono elevati i rischi di interruzioni lungo le catene di approvvigionamento. Questa vulnerabilità si traduce in una maggiore esposizione del commercio globale a possibili strozzature e a un conseguente rincaro nei costi di trasporto. Nel corso del terzo trimestre, inoltre, i prezzi del greggio sono diminuiti, riflettendo un livello della domanda inferiore alle attese. Tuttavia, dalla seconda metà di settembre, le quotazioni petrolifere hanno ripreso a salire, spinte dalle inasprite ostilità tra Iran e Israele. Il prezzo del gas naturale in Europa, invece, ha mostrato una forte volatilità. In questo contesto di incertezza economica e geopolitica, le previsioni dell’OCSE pubblicate a settembre puntano ad un incremento del PIL mondiale del 3,2% per il 2024.
Negli Stati Uniti, l'attività economica è cresciuta del 2,2% annuo nella prima metà dell'anno, e le stime indicano che anche il terzo trimestre abbia mantenuto un andamento simile, sostenuto principalmente dalla solidità dei consumi e degli investimenti privati. Il settore immobiliare è stato piuttosto incostante: dopo un inizio d'anno promettente, gli investimenti sono infatti diminuiti durante la primavera. Se a luglio i dati sull’evoluzione occupazionale hanno disatteso il consensus di mercato, contribuendo ad innescare una certa pressione sulle principali piazze finanziarie, il tasso di occupazione ha poi ripreso vigore con il progredire dell’estate. Continua il processo di disinflazione (2,5% ad agosto) e si stima che il PIL possa crescere del 2,6% nel 2024.
Nell’area dell’euro, dopo un secondo trimestre penalizzato da una sfavorevole dinamica della domanda interna, anche i mesi estivi hanno confermato una sostanziale stagnazione dell’economia. Perdura la debolezza del ciclo industriale, con un ulteriore deterioramento della fiducia delle imprese nei principali paesi. La manifattura si è mantenuta in contrazione, con tassi particolarmente negativi in Germania. In chiusura del trimestre, inoltre, con il termine della stagione turistica e dei Giochi Olimpici in Francia, anche la spinta derivante dal settore terziario si è attenuata. L’inflazione è diminuita attestandosi all’1,8% in settembre mentre le più aggiornate proiezioni puntano ad un modesto incremento del PIL sul 2024 (+0,8%).
In Italia, l’attività economica è rimasta resiliente in primavera (+0,2%) grazie soprattutto all’espansione nei servizi e al supporto della domanda interna. Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono che la spinta del terziario sarebbe proseguita anche in estate, mentre i dati sul valore aggiunto indicano una stabile evoluzione del settore edile oltre che una prolungata contrazione nella manifattura. Guardando alla domanda, invece, i consumi domestici hanno continuato a recuperare terreno, la dinamica degli investimenti si è raffreddata e le esportazioni nette risultano ancora gravate dalla limitata domanda estera. Dopo l’aumento di luglio, l’inflazione è tornata a scendere nei mesi successivi attestandosi in settembre allo 0,8%, riflettendo soprattutto il calo nei prezzi dei carburanti. Le ultime proiezioni macroeconomiche stimano che il PIL aumenterà dello 0,6% nel 2024.
Per quanto riguarda le economie emergenti, in Messico, il secondo trimestre ha confermato il rallentamento dell’attività economica, evidenziando una domanda interna piuttosto debole e una più moderata dinamica degli investimenti. In Brasile, invece, lo sviluppo dei consumi e della domanda è supportato da un mercato del lavoro robusto, da una politica fiscale espansiva oltre che dal sostenuto livello di credito alle famiglie.
Col progredire del processo disinflazionistico, le principali banche centrali hanno iniziato ad orientarsi verso un allentamento della stretta monetaria. La Banca Centrale Europea, infatti, dopo il taglio di giugno, ha promosso due ulteriori ribassi dei tassi di 25 punti base in settembre e ottobre. In chiusura del trimestre, anche la Federal Reserve ha ridotto il tasso di riferimento dello 0,5%. In America Latina, la banca centrale messicana ha attenuato le restrizioni monetarie con due riduzioni consecutive del tasso di riferimento di 25 punti base nei mesi estivi, mentre, in Brasile, lo scenario congiunturale ha portato ad una nuova stretta monetaria con un incremento del costo del debito dello 0,25% in settembre.
In tale contesto, le vendite di cemento e clinker del gruppo, nei primi nove mesi del 2024, si sono attestate a 18,8 milioni di ton (nel 2023: 20,1 milioni). Anche la produzione di calcestruzzo preconfezionato ha registrato una contrazione, raggiungendo quota 7,2 milioni di metri cubi (nel 2023: 7,7 milioni). Il fatturato consolidato è stato dunque pari a 3.184,3 milioni, in riduzione del 3,6% rispetto ai 3.302,5 milioni nel 2023. L’effetto cambio ha inciso negativamente per 31,7 milioni e le modifiche al perimetro di consolidamento, relative alla cessione delle attività di calcestruzzo in Francia, hanno portato ad una riduzione dei ricavi di 4 milioni. Al netto di tali variazioni, il fatturato sarebbe diminuito del 2,5%.
La tabella seguente illustra la ripartizione del fatturato per mercati di presenza.
milioni di euro | Gen-Set 2024 | Gen-Set 2023 | ∆ % | ∆ % lfl |
Italia | 607,6 | 616,1 | -1,4 | -1,4 |
Stati Uniti d'America | 1.294,8 | 1.325,7 | -2,3 | -2,0 |
Germania | 599,4 | 674,6 | -11,1 | -11,1 |
Lussemburgo e Paesi Bassi | 133,2 | 165,2 | -19,4 | -17,4 |
Rep. Ceca e Slovacchia | 154,0 | 159,6 | -3,5 | +1,4 |
Polonia | 127,8 | 121,7 | +5,0 | -1,4 |
Ucraina | 71,3 | 63,6 | +12,2 | +22,4 |
Russia | 226,4 | 226,5 | -0,0 | +9,0 |
Elisioni | (30,2) | (50,5) | ||
3.184,3 | 3.302,5 | -3,6 | -2,5 | |
Messico (100%) | 786,5 | 766,4 | +2,6 | +2,7 |
Brasile (100%) | 288,9 | 296,9 | -2,7 | +2,2 |
La posizione finanziaria netta attiva a fine periodo ammonta a 1.001,0 milioni, rispetto a 798,0 milioni di fine 2023 e 898,4 milioni a fine giugno. Con riferimento al programma di buyback in corso, a tutto settembre, sono state acquistate azioni proprie per circa 142 milioni. A inizio ottobre è stata completata l’acquisizione di Cimento Nacional in Brasile, passando dal 50% al 100% di partecipazione, mentre a metà ottobre si è conclusa la cessione delle attività in Ucraina. A parità di altre condizioni, l’insieme di queste due operazioni straordinarie ha determinato una riduzione di circa 360 milioni della posizione netta attiva.
Italia
Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker si sono ridotte nel terzo trimestre, impattate da un più esteso fermo estivo dei cantieri, dalle difficoltà logistiche che hanno caratterizzato il nord-ovest del paese limitando le esportazioni, oltre che dalla manutenzione programmata di due siti produttivi. I volumi di cemento e calcestruzzo hanno quindi chiuso i primi nove mesi con una flessione paragonabile a quella della prima metà dell’anno. I prezzi di vendita, invece, si sono moderatamente rafforzati nel corso del trimestre, contribuendo favorevolmente ai risultati.
Nel complesso, il fatturato è risultato in lieve rallentamento (-1,4%), passando da 616,1 a 607,6 milioni.
Stati Uniti d’America
Le nostre vendite di cemento, dopo la contrazione di inizio anno, hanno confermato uno sviluppo sfavorevole anche durante i mesi estivi, influenzate sia dalla maggiore piovosità sia da un generalizzato rallentamento della domanda. I primi nove mesi hanno dunque visto una riduzione dei volumi in linea con l’andamento osservato nel semestre e tali dinamiche si sono riflesse anche sulle vendite di calcestruzzo preconfezionato. Al contrario, i prezzi di vendita si sono confermati solidi, registrando un buon sviluppo anno su anno, mentre la variazione del tasso di cambio (-0,4%) ha inciso in maniera limitata sulla traduzione dei saldi in euro.
Il fatturato si è attestato a 1.294,8 milioni di euro, in calo del 2,3% rispetto ai 1.325,7 milioni realizzati nello stesso periodo del 2023. Al netto dell’effetto cambio, la flessione sarebbe stata pari al 2,0%.
Europa Centrale
In Germania, l’andamento dei nostri volumi di vendita, pur rimanendo debole, ha mostrato tassi in miglioramento nel terzo trimestre, anche grazie al più facile confronto con una seconda parte del 2023 particolarmente negativa. La flessione si è confermata pure nel segmento calcestruzzo. Nei primi nove mesi, i prezzi di vendita, invece, si sono mantenuti stabili anno su anno.
Di conseguenza, il fatturato complessivo a tutto settembre è stato pari a 599,4 milioni, in riduzione dell’11,1% (674,6 milioni nei primi nove mesi del 2023).
In Lussemburgo e Paesi Bassi, le nostre consegne di cemento nel terzo trimestre hanno evidenziato una dinamica in contenuto aumento rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, pur continuando a riflettere un contesto di mercato sfidante. Al contrario, restano in calo i volumi di produzione nel settore calcestruzzo preconfezionato, anche per effetto della cessione delle attività in Francia. Nei primi nove mesi, i prezzi di vendita risultano in lieve peggioramento anno su anno nel comparto cemento, mentre si conferma positivo il confronto nel segmento del calcestruzzo.
Il fatturato nel periodo in esame è stato pari a 133,2 milioni, in netta contrazione rispetto all’esercizio precedente (-19,4% rispetto ai 165,2 milioni del 2023). A parità di perimetro la flessione sarebbe stata del 17,4%.
Europa Orientale
In Repubblica Ceca, i nostri volumi di cemento sono aumentati nel terzo trimestre, in linea con la positiva evoluzione di mercato che beneficia di importanti lavori infrastrutturali nel sud-est del paese. Le consegne di cemento hanno quindi chiuso i primi nove mesi in lieve crescita, con prezzi di vendita che si confermano in miglioramento anno su anno. Permane invece il rallentamento nel segmento del calcestruzzo preconfezionato, anche se con tassi più moderati rispetto al primo semestre.
Il fatturato si è attestato a 154,0 milioni (159,6 milioni nel 2023, -3,5%), sfavorito dalla svalutazione della corona ceca (-5,2%); a parità di cambio, infatti, il fatturato sarebbe cresciuto dell’ 1,4%.
In Polonia, dopo un primo semestre in decisa contrazione, le nostre vendite di cemento hanno iniziato a recuperare terreno nei mesi estivi, grazie ad un ribilanciamento della strategia commerciale che ha portato ad un moderato ribasso nei prezzi di vendita. Resta tuttavia in rafforzamento l’effetto prezzo anno su anno e si conferma positivo l’andamento dei volumi di vendita nel segmento del calcestruzzo preconfezionato.
Il fatturato dei primi nove mesi è risultato pari a 127,8 milioni, in aumento del 5,0% sullo stesso periodo del 2023 (121,7 milioni) anche per effetto dell’apprezzamento della valuta (+6,0%). Al netto dell’effetto cambio, il fatturato sarebbe diminuito dell’ 1,4%.
In Ucraina, le nostre consegne di leganti idraulici e clinker hanno beneficiato di una certa ripresa nei primi nove mesi dell’anno, seppure con tassi in decelerazione rispetto al semestre. In lieve calo, invece, sono state le vendite di calcestruzzo preconfezionato. I prezzi di vendita in valuta locale hanno evidenziato un deciso miglioramento anno su anno.
Il fatturato si è attestato a quota 71,3 milioni di euro, in aumento del 12,2% (63,6 milioni nel 2023), nonostante il deprezzamento della valuta (-9,1%) che ha influito negativamente sulla traduzione in euro; a parità di cambio il fatturato avrebbe infatti registrato un incremento del 22,4%.
In Russia, il management locale che presidia le attività riporta che i volumi di vendita sono diminuiti nel periodo in esame, anche se con derivata in attenuazione rispetto alla prima parte dell’anno. Al contrario, la variazione dei prezzi di vendita in valuta locale si è confermata marcatamente favorevole.
I ricavi netti hanno dunque chiuso i primi nove mesi dell’anno in sostanziale parità, attestandosi a 226,4 milioni di euro (226,5 milioni del 2023), nonostante la svalutazione della valuta locale (-9,1%); al netto dell’effetto cambio, infatti, il fatturato avrebbe realizzato un incremento del 9,0%.
Messico (valutazione al patrimonio netto)
In linea con il generalizzato rallentamento del mercato, la nostra joint venture ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con una moderata flessione delle consegne di cemento, mentre risulta confermata la dinamica positiva dei volumi di vendita nel segmento del calcestruzzo preconfezionato. I prezzi in valuta locale hanno continuato a contribuire positivamente ai risultati e la variazione del tasso di cambio (-0,1%) non ha inciso in maniera significativa sulla traduzione degli stessi in euro.
Il fatturato, riferito al 100% della joint venture, ha così raggiunto i 786,5 milioni di euro, in aumento del 2,6% rispetto ai 766,4 milioni realizzati nel 2023. A parità di cambio, il fatturato sarebbe aumentato del 2,7%.
Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Le vendite della nostra joint venture hanno ripreso a crescere nel trimestre estivo portando i primi nove mesi dell’anno a chiudere in leggero aumento rispetto al 2023, grazie ad un buon andamento della domanda pressoché in tutte le regioni del paese. I prezzi non hanno evidenziato particolari variazioni rispetto a giugno, mantenendosi dunque stabili anno su anno. Tuttavia, la sfavorevole variazione del tasso di cambio ha penalizzato in modo considerevole la traduzione dei risultati in euro.
Con riferimento al 100% della joint venture, il fatturato ha infatti registrato una flessione del 2,7% nel periodo in esame, passando da 296,9 a 288,9 milioni di euro, mentre al netto dell’effetto cambio i ricavi netti sarebbero cresciuti del 2,2%.
Evoluzione prevedibile della gestione
I risultati raggiunti nel terzo trimestre hanno sostanzialmente confermato la generalizzata debolezza della domanda nei principali paesi di presenza e una solida strategia commerciale dell’azienda.
Principale elemento di sorpresa è stato il perdurare del rallentamento nelle spedizioni in Stati Uniti, secondo le più aggiornate previsioni che hanno recentemente tagliato le stime sul consumo di cemento per il 2024, a causa della debolezza del settore residenziale e di alcuni ritardi nella progettazione e implementazione delle grandi opere infrastrutturali. In Italia, risulta difficile prevedere un pieno recupero dei volumi di vendita nell’ultimo trimestre, anche considerando l’ottima chiusura dell’anno 2023. Ci aspettiamo che il contesto di mercato in Europa Centrale permanga piuttosto sfidante nell’ultimo trimestre, seppur con tendenza al miglioramento. Riteniamo invece che l’attività di costruzione confermi la sua resilienza in Polonia e Repubblica Ceca, sostenendo di conseguenza l’evoluzione della domanda di cemento e calcestruzzo.
Nonostante una dinamica delle spedizioni meno soddisfacente delle attese, è ragionevole ipotizzare che, nell’ultima parte dell’anno, la gestione operativa ed economica prosegua in linea con l’andamento registrato finora. Per l’intero esercizio 2024, ci attendiamo, pertanto, un margine operativo lordo ricorrente simile ma non superiore rispetto ai livelli record del 2023, al netto delle variazioni di perimetro.
Come sopra menzionato, nel mese di ottobre abbiamo completato l'acquisizione del restante 50% del capitale di Cimento Nacional (Brasile) e la cessione delle attività in Ucraina. Tali operazioni modificheranno dunque il perimetro di consolidamento a partire dal quarto trimestre.
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Indicatori alternativi di performance
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Posizione finanziaria netta: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine. Quindi, comprende tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle a esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati e i ratei.
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