Elementi Navigazione

03 agosto 2023

Risultati al 30 giugno 2023

Rallentamento dei volumi di vendita rispetto al primo semestre 2022, cemento -8,3% e calcestruzzo preconfezionato -12,3%

Domanda piuttosto debole in Europa Centrale, Polonia e Repubblica Ceca; più solida, invece, in Italia e Stati Uniti 

L’effetto prezzi favorevole ha permesso di ottenere un netto miglioramento della redditività caratteristica in tutti i mercati di presenza, nonostante i costi di produzione abbiano continuato ad aumentare

Fatturato consolidato pari a 2,150 milioni (+14,3%) e margine operativo lordo di 575 milioni (+57,6%). Effetto cambio favorevole per 8,1 milioni sul fatturato e 4,8 milioni sul margine operativo lordo

Riviste al rialzo le indicazioni per l’intero esercizio 2023. Previsto un margine operativo lordo ricorrente di 1.100 – 1.200 milioni

 

Dati consolidati   Gen-Giu 23 Gen-Giu 22 % 23/22
Vendite di cemento e clinker t/000 13.057 14.233 -8,3%
Vendite di calcestruzzo m3/000 5.116 5.831 -12,3%
Fatturato €/m 2.150 1.880 +14,3%
Margine Operativo Lordo €/m 575 365  +57,6%
Margine Operativo Lordo ricorrente €/m 572 365 +56,6%
Utile netto degli azionisti €/m 431 89 n.s.
    Giu 23 Dic 22 Var.
Posizione finanziaria netta €/m 412 288 124

 

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi SpA si è riunito in data odierna per l’esame della relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2023.

 
Nel corso del primo semestre 2023, l’attività economica globale ha continuato ad essere penalizzata dalla persistenza dell’inflazione e da condizioni monetarie e finanziarie ulteriormente restrittive. In particolare, nel secondo trimestre, nonostante una vivace dinamica nel settore dei servizi, l’andamento del comparto manifatturiero è apparso ancora debole e ha contribuito a limitare le prospettive di crescita del commercio internazionale. In primavera, l’inflazione al consumo ha fatto registrare un calo, grazie alla diminuzione della componente energia, pur mantenendosi su livelli storicamente elevati. Il calo dell’inflazione è stato più evidente nei beni industriali, che hanno incorporato la discesa delle quotazioni dei fattori energetici. Tuttavia, nonostante tale rallentamento sia nell’area euro che in Stati Uniti, la dinamica della componente di fondo è rimasta persistente, influenzata dall’accelerazione dei prezzi dei servizi. Secondo le ultime previsioni dell’OCSE, l’economia globale è stimata crescere del 2,7% nel 2023, in leggero ribasso rispetto alle aspettative di inizio anno. Sulle prospettive continuano a incidere negativamente la persistente inflazione e il conseguente orientamento restrittivo delle politiche monetarie nelle maggiori economie avanzate, oltre che l’incertezza connessa al protrarsi delle tensioni geopolitiche su scala globale, prima fra tutte il conflitto in Ucraina. 

Negli Stati Uniti, dopo un primo trimestre in crescita, grazie alla dinamica positiva dei consumi interni e degli investimenti non residenziali, a partire dal mese di aprile la spesa per consumi si è indebolita e il mercato del lavoro, pur mantenendosi solido, ha rallentato il ritmo di crescita. 
In area euro, nei primi tre mesi la crescita del prodotto è stata ancora negativa, riflettendo una generalizzata debolezza della domanda interna, mentre la dinamica degli investimenti, specialmente in costruzioni, ha recuperato. Nel primo trimestre, il PIL è cresciuto in Francia e, in misura maggiore in Italia e Spagna, mentre la Germania ha confermato la congiuntura sfavorevole già in corso a fine 2022. In primavera, la debolezza del comparto manifatturiero si è accentuata, con la produzione industriale che in aprile e maggio è stata inferiore dell’1,4% rispetto alla media del primo trimestre. 
In Italia, dopo lo sviluppo registrato in avvio d’anno, sostenuto dai consumi interni e dall’espansione degli investimenti, la crescita del prodotto si è sostanzialmente arrestata nel corso del secondo trimestre, a causa della frenata della produzione manifatturiera. 
Per quanto riguarda gli emergenti, in Messico l’economia ha continuato a essere sostenuta dall’espansione dei consumi interni, favoriti dal rafforzamento dell’occupazione e dei salari. Tuttavia, l’attività nella manifattura, nel corso del secondo trimestre, ha rallentato a causa dell’indebolimento della crescita nei principali partner commerciali, Stati Uniti su tutti.
In Brasile, il rallentamento dell’economia si è confermato anche nel periodo aprile-giugno a causa di un ulteriore indebolimento dei consumi e degli investimenti. 

La debolezza del ciclo economico globale ha contribuito a un rallentamento delle quotazioni dei fattori energetici. Le decisioni di taglio alla produzione di petrolio annunciate dai principali paesi produttori nel corso del secondo trimestre e valide fino alla fine del 2024 hanno avuto un limitato impatto sui prezzi del greggio, influenzato maggiormente dal raffreddamento dell’economia e degli scambi globali. Anche il prezzo del gas naturale sul mercato TTF si è allentato in primavera, riflettendo l’andamento moderato dei consumi industriali e l’ampio livello degli stoccaggi.

Le politiche monetarie delle principali banche centrali hanno confermato il loro orientamento restrittivo durante il secondo trimestre dell’anno in corso. La Federal Reserve, in maggio, ha ulteriormente aumentato di 25 punti base il tasso di riferimento mentre in giugno ha deciso di mantenere i tassi invariati, pur mostrandosi aperta alla possibilità di ulteriori rialzi nel corso dei mesi successivi. La BCE in maggio e in giugno ha rialzato i tassi di 25 punti base, confermando che l’orientamento continuerà a rimanere restrittivo fino a che l’inflazione non ritornerà prossima all’obiettivo di medio termine. In America Latina, in Messico la banca centrale ha deciso in giugno di interrompere il rialzo dei tassi in vigore dal gennaio 2022, grazie all’apprezzamento del peso e a minori pressioni inflazionistiche. In Brasile, in giugno la banca centrale ha confermato la decisione di mantenere invariati i tassi, su livelli ancora elevati. 

I ricavi netti del semestre, quindi, hanno chiuso in deciso avanzamento attestandosi a 2.149,6 milioni di euro contro i 1.880,0 milioni del 2022, mentre il margine operativo lordo è migliorato del 57,6%, passando da 365,1 a 575,3 milioni. L’andamento delle valute ha avuto un impatto favorevole netto di 8,1 milioni sul fatturato e di 4,8 milioni sul margine operativo lordo. A parità dei tassi di cambio, il fatturato sarebbe aumentato del 13,9% mentre il margine operativo lordo sarebbe aumentato del 56,3%. 

Andamento economico e finanziario
Le vendite di cemento realizzate dal gruppo nei primi sei mesi del 2023 si sono attestate a 13,1 milioni di tonnellate, in diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2022 (-8,3%). La discesa già emersa a inizio anno, si è confermata anche nei successivi tre mesi. La tenuta dei volumi in Italia, Ucraina e Russia, non è stata sufficiente a compensare il rallentamento rilevato in Europa Centrale, Europa Orientale e in Stati Uniti. La produzione di calcestruzzo preconfezionato a tutto giugno è risultata anch’essa al di sotto del livello raggiunto lo scorso esercizio, attestandosi a 5,1 milioni di metri cubi (-12,3% rispetto al 2022). In tale settore, lo sviluppo è stato particolarmente negativo in Europa Centrale e Orientale, mentre in Italia e Stati Uniti il calo è stato più contenuto.

Il margine operativo lordo consolidato si è attestato a 575,3 milioni, in aumento del 57,6% rispetto ai 365,1 milioni dell’anno precedente. Il dato del periodo in esame comprende proventi non ricorrenti per 3,6 milioni. Escludendo le componenti non ricorrenti, il margine operativo lordo è passato da 365,1 a 571,6 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 26,6% (19,4% nel 2022). La redditività caratteristica ricorrente del primo semestre è migliorata in tutti i mercati di presenza. I costi di produzione e distribuzione hanno mostrato un aumento ulteriore e generalizzato rispetto alla eccezionale inflazione di settore rilevata nel 2022. Tuttavia, grazie all’andamento favorevole dei prezzi, i risultati raggiunti a metà esercizio si possono considerare eccellenti. Dopo ammortamenti per 128,4 milioni (124,5 milioni nel 2022), il risultato operativo è stato pari a 447,1 milioni, in aumento rispetto ai 118,1 milioni del 2022, impattato dalla svalutazione di attività fisse per 122,4 milioni. Il risultato prima delle imposte si è attestato a 552,9 milioni (119,8 milioni nell’esercizio precedente), considerando un contributo di 80,6 milioni dalle partecipazioni valutate a patrimonio netto (57,6 milioni nel 2022) e oneri finanziari netti positivi per 24,9 milioni (erano 56,0 milioni negativi nel 2022). Dopo imposte sul reddito per 121,7 milioni (31,2 milioni 2022) il conto economico ha chiuso con un utile netto di 431,2 milioni, rispetto a 88,7 milioni del primo semestre 2022. 

La tabella seguente mostra la ripartizione del fatturato per mercati di presenza:

milioni di euro 2023 2022 ∆ % ∆ % lfl
Italia 424,1 357,9 +18,5 +18,5
Stati Uniti d'America 846,8 726,5 +16,6 +15,2
Germania 441,3 392,9 +12,3 +12,3
Lussemburgo e Paesi Bassi 115,8 116,4 -0,5 -0,5
Rep. Ceca e Slovacchia 102,8 96,7 +6,4 +2,6
Polonia 76,6 68,4 +11,9 +11,7
Ucraina 35,1 28,3 +23,9 +54,3
Russia 142,8 114,3 +25,0 +22,3
Elisioni (35,6) (21,4)    
  2.149,6 1.880,0 +14,3 +13,9
Messico (100%) 500,2 353,1 +41,7 +25,6
Brasile (100%) 189,7 179,6 +5,7 +4,2

 

A fine periodo la posizione finanziaria netta attiva consolidata ammonta a 412,0 milioni (erano 288,2 milioni a fine 2022). Nel semestre in esame il gruppo ha rimborsato anticipatamente un prestito obbligazionario di 500 milioni di euro, pagato dividendi agli azionisti della società per 81,1 milioni e sostenuto spese in conto capitale per complessivi 148,4 milioni. Gli investimenti volti al miglioramento delle performance ambientali e alla decarbonizzazione dei processi produttivi, fra i quali rientrano gli interventi per incrementare la produzione di cementi a minor contenuto di clinker, il maggior utilizzo di combustibili alternativi e la produzione in-house di energia elettrica rinnovabile, sono stati pari a circa 20 milioni. 

Italia
Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker sono risultate stabili nel corso del primo semestre (-0,3%), grazie al recupero registrato nel secondo quarto. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno invece mostrato una contrazione, seppur moderata (-2,5%). I prezzi di vendita hanno chiuso il semestre senza variazioni di rilievo rispetto al livello raggiunto a fine 2022 ma, grazie all’effetto trascinamento, appaiono comunque migliori rispetto allo scorso esercizio. 
Il fatturato delle attività italiane è stato pari a 424,1 milioni, in aumento del 18,5% (357,9 milioni nel 2022). Il margine operativo lordo si è attestato a 98,5 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 35,6 milioni dell’anno precedente. Occorre, tuttavia, ricordare che il semestre ha ancora beneficiato dell’effetto credito d’imposta dedicato alle imprese energivore, introdotto dal cosiddetto Decreto Sostegni-ter, che ha generato un beneficio di circa 12 milioni di euro (13 milioni nel 2022). I costi unitari di produzione hanno mostrato una variazione nel complesso favorevole, soprattutto nella componente energia, mantenendosi comunque su livelli molto elevati. 

Stati Uniti d’America
Le nostre vendite di cemento, già in rallentamento nel primo trimestre, sono state negative anche nei tre mesi successivi, penalizzate da condizioni meteo sfavorevoli in alcune aree e dal generale rallentamento della domanda, oltre a ritardi in alcuni progetti. I primi sei mesi hanno chiuso con volumi in calo del 3,6% rispetto al livello del 2022. I prezzi di vendita, in valuta locale, hanno confermato l’aumento già registrato alla fine del primo trimestre. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente in Texas, ha mostrato una flessione del 4,1%, anche penalizzata dalla carenza di personale addetto alla distribuzione. Al contrario, i prezzi di vendita si sono ulteriormente rafforzati nel secondo trimestre, mostrando un buon sviluppo anno su anno.
Il fatturato ha raggiunto così 846,8 milioni di euro, in aumento (+16,6%) rispetto ai 726,5 milioni del 2022. L’apprezzamento del dollaro (+1,2%) ha avuto un impatto positivo sulla traduzione dei risultati in euro. Il margine operativo lordo è passato da 180,6 a 256,9 milioni di euro (+42,3%); a parità di cambio i ricavi netti sarebbero cresciuti del 15,2% mentre il margine operativo lordo sarebbe aumentato del 40,6%. I costi unitari di produzione, nel confronto con lo stesso periodo del 2022, hanno mostrato una variazione sfavorevole, sia nella componente variabile che, ancor più evidentemente, in quella fissa. 

Europa Centrale
In Germania, nel corso del primo semestre, in linea con l’andamento della domanda nel paese, i nostri volumi di vendita di cemento hanno mostrato un andamento piuttosto negativo (-19,0%) rispetto al 2022. 
Contestualmente, anche il settore del calcestruzzo preconfezionato ha registrato volumi in netta contrazione (-21,9%). I prezzi di vendita, invece, hanno confermato in valore assoluto il livello migliorativo raggiunto alla fine del primo trimestre, sia nel cemento che nel calcestruzzo. 
Il fatturato complessivo è così passato da 392,9 a 441,3 milioni (+12,3%) mentre il margine operativo lordo è aumento del 55,2% passando da 64,5 a 100,1 milioni. Il dato ha beneficiato di proventi non ricorrenti pari a 3,6 milioni. I costi unitari di produzione sono nettamente cresciuti, a causa dell’aumento della spesa per combustibili ed energia elettrica, entrambi quasi raddoppiati. 

In Lussemburgo e Paesi Bassi, le nostre consegne di cemento si sono confermate decisamente deboli anche nel corso del secondo trimestre, a causa del calo generalizzato della domanda, chiudendo il semestre a -39,0%. I volumi di produzione del settore calcestruzzo preconfezionato si sono anch’essi contratti ma in maniera meno evidente (-13,9%). I prezzi di vendita, in entrambi i settori, hanno invece rilevato una crescita significativa, volta a compensare i maggiori costi di produzione. 
Il fatturato è stato pari a 115,8 milioni, stabile rispetto all’esercizio precedente (116,4 milioni). Il margine operativo lordo si è attestato a 12,6 milioni, in aumento rispetto ai 4,8 milioni del 2022. L’aumento dei costi di produzione è riconducibile principalmente alla componente energia, quasi raddoppiata rispetto al 2022.

Europa Orientale
In Repubblica Ceca, le vendite di cemento, dopo un primo trimestre in netta contrazione, si sono confermate deboli anche nei tre mesi successivi, chiudendo il semestre in calo del 16,7%, riflettendo la generalizzata contrazione della domanda. I prezzi di vendita, in valuta locale, sono decisamente migliorati. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, comprendente la Slovacchia, ha fatto registrare simili dinamiche (-18,5%), con prezzi di vendita anch’essi in netto aumento. 
Il fatturato si è attestato a 102,8 milioni (96,7 milioni nel 2022, +6,4%) e il margine operativo lordo è passato da 29,4 a 33,6 milioni (+14,6%). L’apprezzamento della corona ceca (+3,9%) ha impattato positivamente sulla traduzione dei risultati in euro; a parità del tasso di cambio la crescita del fatturato sarebbe stata del 2,6% mentre il margine operativo lordo sarebbe aumentato del 10,2%. 
I costi energetici, principalmente quelli riferibili all’energia elettrica, hanno mostrato un netto incremento, mentre le voci fisse non hanno subito variazioni di rilievo. 

In Polonia, i nostri volumi di vendita del cemento hanno confermato il rallentamento anche durante il secondo trimestre, chiudendo il complesso dei primi sei mesi in diminuzione del 12,7%. Nel settore del calcestruzzo preconfezionato, la dinamica è stata simile (-12,9%). In generale i prezzi di vendita hanno mostrato uno sviluppo molto favorevole. 
Il fatturato dei primi sei mesi del 2023 si è attestato a 76,6 milioni, contro i 68,4 milioni del 2022 (+11,9%). Il margine operativo lordo è anch’esso aumentato, passando da 17,6 a 22,7 milioni (+28,8%). Lo zloty non ha fatto registrare variazioni rilevanti nel corso del periodo di riferimento e, di conseguenza, a parità di cambio sia il fatturato che il margine operativo lordo sarebbero comunque aumentati rispettivamente del 11,7% e del 28,5%. L’aumento dei costi di produzione, spinti al rialzo principalmente dai rincari dei combustibili e dell’energia elettrica, è stato evidente.  

In Ucraina, nel corso del secondo trimestre, dopo un avvio d’anno particolarmente negativo, i nostri volumi di vendita hanno recuperato, grazie anche al confronto con lo scorso esercizio quando l’attività di produzione si era fermata per alcuni mesi con l’inizio del conflitto. Nel complesso, il semestre si è chiuso con volumi in crescita del 22,0%. La dinamica nel comparto del calcestruzzo, invece, è stata negativa (-9,3%). In generale, i prezzi di vendita hanno mostrato un deciso incremento, al traino dell’inflazione.
I ricavi di vendita si sono attestati a 35,1 milioni, in aumento rispetto ai 28,3 milioni nel 2022. Nonostante il recupero, l’attività di produzione è risultata ancora impattata dalle complessità operative. In tale contesto, il margine operativo lordo è riuscito a compensare i maggiori costi operativi, raggiungendo i 2,3 milioni (era stato negativo per 3,5 milioni nel 2022). La perdita di valore della valuta locale (-24,5%) ha avuto un ulteriore impatto sfavorevole sulla traduzione del risultato in euro. 

In data 20 giugno 2023, Buzzi ha raggiunto un accordo con CRH riguardante la cessione delle attività in Ucraina. Il completamento della transazione è subordinato alla concessione delle autorizzazioni normative previste e dovrebbe avvenire nel corso del 2024. Precisiamo che alla data di bilancio il valore patrimoniale delle attività nette in Ucraina ammonta a 13 milioni di euro.

In Russia, a causa delle sanzioni imposte al paese da parte delle istituzioni europee, dal mese di maggio 2022 abbiamo cessato qualsiasi coinvolgimento operativo nell’attività svolta dalla controllata SLK Cement. Di conseguenza le decisioni afferenti all’investimento possono essere prese solo attraverso l’assemblea degli azionisti e sono limitate a quelle che, in base al codice commerciale della Russia, spettano a tale organo, nonché a decisioni di natura straordinaria così come definite nello statuto. Ulteriori iniziative strategiche nel paese sono state sospese. Le informazioni a nostra disposizione riguardo l’andamento della domanda e del mercato delle costruzioni sono pertanto molto limitate.
Alla data di bilancio, il valore patrimoniale delle attività nette in Russia ammonta a 301 milioni di euro.
Nel periodo in esame, i ricavi netti si sono attestati a 142,8 milioni, in crescita rispetto ai 114,3 milioni del precedente esercizio (+25,0%), mentre il margine operativo lordo è passato da 36,0 a 48,4 milioni (+34,6%). Il marginale apprezzamento del rublo (+2,1%) ha inciso favorevolmente sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio, i ricavi sarebbero aumentati del 22,3% e il margine operativo lordo del 31,7%.

Messico (valutazione al patrimonio netto)
I volumi di vendita della nostra joint venture, già in avanzamento al termine del primo trimestre, si sono confermati positivi anche durante i successivi tre mesi, chiudendo il semestre in netto progresso (+12,5%). I prezzi, in valuta locale, sono anch’essi migliorati progressivamente. Nel settore del calcestruzzo, le vendite sono aumentate (+8,1%), con prezzi in crescita. 
Il fatturato, riferito al 100% della joint venture, ha raggiunto i 500,2 milioni di euro, +41,7% sull’esercizio precedente, mentre il margine operativo lordo si è attestato a 227,3 milioni, in aumento rispetto ai 149,5 milioni del 2022. Il peso messicano si è notevolmente apprezzato (+11,4%); a parità di cambio il fatturato e il margine operativo lordo sarebbero comunque aumentati rispettivamente del 25,6% e del 34,7%. 
I costi unitari di produzione sono marginalmente peggiorati, penalizzati dall’andamento sfavorevole delle voci fisse, mentre la spesa per combustibili ed energia elettrica non ha registrato variazioni di rilievo. 
La quota di risultato riferita al Messico, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 52,3 milioni (34,6 milioni nel 2022).

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Le vendite della nostra joint venture hanno chiuso il semestre in leggera contrazione (-2,3%). Nell’area nord-est lo sviluppo è stato positivo, mentre nel sud-est abbiamo registrato un moderato rallentamento, dovuto principalmente a un lungo periodo di abbondanti piogge. I prezzi di vendita, in valuta locale, sono invece migliorati. 
Il fatturato si è attestato a 189,7 milioni, +5,7% rispetto ai 179,6 milioni dell’esercizio precedente, mentre il margine operativo lordo ha raggiunto i 38,3 milioni, in contrazione rispetto ai 46,6 milioni del 2022. Sulla traduzione dei risultati in euro ha impattato l’apprezzamento del real brasiliano (+1,3%): a parità di cambio, il fatturato sarebbe aumentato del 4,2% mentre il margine operativo lordo sarebbe diminuito del 18,9%. I costi unitari di produzione sono peggiorati, principalmente influenzati dalla variazione sfavorevole delle voci fisse, in particolare dei costi di manutenzione. 
La quota di risultato riferita al Brasile, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 14,2 milioni (17,6 milioni nel 2022). 

Evoluzione prevedibile della gestione
Nel primo semestre 2023, nonostante la contrazione dell’attività nel settore delle costruzioni, i nostri risultati operativi sono stati molto buoni, grazie all’efficacia degli sforzi commerciali volti a mantenere prezzi di vendita a livelli tali da contrastare pienamente i maggiori costi di produzione. In tale contesto, oltre al rafforzamento del risultato operativo, in termini assoluti, abbiamo assistito anche a una forte ripresa della redditività caratteristica, tornata ai livelli degli anni precedenti la crisi finanziaria del 2008. 

Le previsioni più recenti indicano che l’attività del settore costruzioni resterà a rimanere generalmente debole anche nella seconda metà del 2023, influenzata dall’accresciuta incertezza della dinamica degli investimenti privati e dai costi di finanziamento più elevati. Guardando allo sviluppo dei volumi di vendita nei nostri mercati, secondo la visibilità di cui disponiamo, ci attendiamo un andamento stabile sia in Italia, grazie al positivo contributo dei piani di sviluppo delle infrastrutture, sia in Stati Uniti, sostenuto dal buon portafoglio ordini e dai primi esempi di cantierizzazione dei progetti relativi al piano Building a Better America (firmato nel novembre 2021). In Europa Centrale, Repubblica Ceca e Polonia, invece, riteniamo che la generalizzata debolezza della domanda si mantenga anche nel secondo semestre, rendendo molto difficile un recupero evidente dei volumi di vendita. 

Sulla base dell’ottimo andamento dei primi sei mesi e delle considerazioni sopra espresse, riteniamo che l’anno in corso possa concludersi con risultati decisamente migliori rispetto a quelli raggiunti nel 2022, grazie alla spinta rialzista dei prezzi di vendita e a un andamento dei costi di produzione, certamente ancora caratterizzato da elevata volatilità, ma più favorevole rispetto a quanto inizialmente ipotizzato. Prevediamo, pertanto, di realizzare un margine operativo lordo ricorrente per l’intero esercizio 2023 pari a 1.100 - 1.200 milioni di euro.

Prestiti obbligazionari 
Nel periodo dal 1 gennaio al 30 giugno 2023 non sono stati emessi nuovi prestiti obbligazionari.
In data 28 gennaio 2023 è stato effettuato il rimborso anticipato totale in linea capitale di 500 milioni di euro dell’Eurobond “Buzzi Unicem €500.000.000 2,125% Notes due 2023” emesso nel 2016.

***

Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.


Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Phone. +39 0142 416 404
E-mail: icolla@buzziunicem.it

***

I risultati del primo semestre 2023 saranno illustrati nel corso di una conference call che si terrà oggi, giovedì 3 agosto alle ore 16:30. Per partecipare comporre il n. +39 02 802 09 11.

 

Comunicato stampa 03 08 23